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Il piano di Gtt non ha copertura totale

Il nuovo piano industriale al 2021 di Gtt, messo a punto dagli advisor della società del trasporto pubblico locale di Torino, "non ha ancora la totale copertura del fabbisogno finanziario", che secondo le ultime stime ammonta a 131 milioni di euro: ad affermarlo è stato il vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione, Aldo Reschigna, che in Consiglio regionale ha fatto il punto sul salvataggio dell'azienda.

"Ad oggi manca ancora un pezzo, che considero non irrilevante, di copertura del fabbisogno finanziario - ha detto Reschigna - e la Regione non può mettere denaro pubblico in una società che non ha un piano industriale coperto e credibile. Una questione che mi preoccupa, perché stiamo andando verso la fine dell'anno, la società non ha ancora approvato il bilancio 2016 e ha bisogno urgente di liquidità".

Il vicepresidente ha parlato di un fabbisogno di 45 milioni “che devono ancora essere trovati” e si è dichiarato “convinto che si possa trovare una soluzione”, anche se “stiamo entrando in una fase in cui non bisogna più parlare ma decidere e assumersi le responsabilità di quelle decisioni. A questa situazione contribuiscono anche i disallineamenti contabili tra Gtt, Comune di Torino e Agenzia regionale sulla mobilità. Il tavolo tecnico che si era inizialmente avviato si era incagliato sulla indisponibilità di Gtt ad arrivare ad una transazione. Proprio ieri il tavolo ha ripreso i lavori, noi siamo disponibili a trovare una transazione sui disallineamenti che sia tombale. La cifra di 25 milioni di cui si parlerebbe nei documenti citati sui giornali, per noi non è confermabile, perché il confronto tecnico non è ancora concluso. Speriamo che si possa in fretta giungere a una soluzione condivisa”.

Secondo Reschigna, “i 40 milioni del Fondo di sviluppo e coesione che il Governo ha destinato alla Regione per intervenire su Gtt, grazie ad un'iniziativa del sindaco Appendino e del presidente Chiamparino, non possono essere usati per coprire la transazione sui disallineamenti. La condizione che noi poniamo per utilizzare queste risorse è che il piano industriale abbia piena copertura finanziaria, cosa che ancora non è. Non tocca a noi suggerire se arrivare a una privatizzazione o a una ricapitalizzazione, non siamo soci di Gtt. A noi tocca però dare il nostro contributo finanziario solo di fronte alla garanzia di una copertura completa del piano, saremmo altrimenti responsabili di un incauto utilizzo delle risorse pubbliche”.

Ma per Reschigna c'è un'altra urgenza: "Su un piano industriale c'è bisogno di costruire consenso sociale e politico: sociale perché un piano industriale comporta inevitabilmente una riduzione dei costi. E il consenso lo si costruire con il confronto con le organizzazioni sindacali, altrimenti rischiamo di avere un piano zoppo". Il piano, ha aggiunto, è però anche una opportunità: "E' assolutamente indispensabile riprendere una politica di investimenti da parte di Gtt, che ha grossi problemi legati alla vetustà del suo parco circolante, e costi eccessivi. Non siamo azionisti o proprietari dell'azienda, né vogliamo diventarlo, ma c'è anche un problema di rafforzamento della governance. Non parlo del consiglio di amministrazione o del presidente, ma della struttura interna. Perché un bellissimo piano industriale può rimanere inattuato".

Author Gianni Gennaro Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.