Una task force per certificare mascherine e camici "made in Piemonte"

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Per velocizzare le procedure necessarie per garantire la conformità tecnica dei dispositivi di protezione individuale, la cui domanda è in continua crescita, e dare una risposta alle aziende (finora una trentina) che vorrebbero riconvertire gli impianti, la Regione Piemonte ha annunciato che la produzione potrà essere certificata grazie alla collaborazione, alle competenze, alle conoscenze e alle strumentazioni messe a disposizione da Politecnico e Università di Torino e Università del Piemonte orientale.

L’obiettivo è arrivare a validare entro una settimana al massimo, grazie all’impegno di una task force di 18 esperti, la conformità di mascherine chirurgiche ffp2 e fpp3 e camici idrorepellenti. In particolare, le mascherine chirurgiche dovranno essere prodotte da imprese che abbiano un sistema di gestione della qualità, per poter così corrispondere alla deroga al marchio CE secondo le indicazioni del Ministero della Salute.

Come ha evidenziato il presidente Alberto Cirio nel corso della presentazione virtuale dell’iniziativa, alla quale hanno partecipato gli assessori Fabio Carosso, Matteo Marnati, Luigi Icardi e Marco Gabusi, e i rettori Guido Saracco, Stefano Geuna e Giancarlo Avanzi, “da una parte l’Unità di Crisi continua a moltiplicare i suoi sforzi per recuperare in autonomia materiale da tutto il mondo, tant’è che oggi sono arrivate due milioni di mascherine chirurgiche direttamente dal Brasile; ma dall’altra ci muoviamo in autonomia. Dopo essere stati la prima Regione a produrre mascherine, che già oggi stiamo distribuendo gratuitamente a tutto il Piemonte, facciamo un passo in più grazie alla capacità degli atenei piemontesi di mettere in campo competenze e laboratori per certificare i nostri dispositivi di protezione. Per questo chiediamo a Roma che autorizzi le nostre certificazioni senza ulteriore burocrazia, che ci fa perdere solo tempo. E tempo purtroppo non ne abbiamo”.

“In questo momento di forte emergenza, le nostre aziende devono essere sostenute per poter mettere a disposizione materiale che garantisca la salute dei medici e del personale sanitario. Le Università piemontesi sono in grado di raggiungere questo obiettivo in pochissimo tempo”, ha garantito l'assessore Marnati.

 

I tre rettori hanno rilevato che in pochi giorni di lavoro gli atenei hanno unito le forze per riaprire laboratori e allestire protocolli e sofisticati impianti per una fondamentale missione di servizio che ha anche coinvolto esperti e infrastrutture del CNR di Biella, dell’Università di Bologna e di alcune imprese. Un segno di quanto le Università possono fare insieme al servizio della comunità.

Le indicazioni alle aziende che desiderano candidarsi per produrre questi dispositivi sono disponibili su https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sviluppo/sistema-ricerca-innovazione/coronavirus-istruzioni-alle-imprese-per-test-autocertificazioni

 

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