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- Fondi e progetti europei
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“Il Piemonte è una terra che patisce anni di isolamento ed ha sete di infrastrutture, di autostrade, di metropolitane, di collegamenti ferroviari da costruire o da terminare. Ce ne sono in ogni provincia. Per questo, non appena avremo disponibilità dei primi fondi, partiremo con le opere mancanti di accompagnamento alla Torino-Lione, la Novara-Vercelli, la Pedemontana, il collegamento con la Svizzera, il completamento del Tenda da una parte e il collegamento con la Liguria dall’altra, alle quali voglio unire un grande sistema di opere per il turismo outdoor, dalla ciclopedonalizzazione del lago Maggiore all’utilizzo delle tratte ferroviarie abbandonate da anni per farne piste ciclabili e consentire così al Piemonte di diventare una regione modello per questo tipo di offerta”: è quanto ha dichiarato il presidente Alberto Cirio a conclusione della tappa di Torino di “Piemonte Cuore d’Europa”, svoltasi nella Sala della Trasparenza del Palazzo della Regione e in diretta streaming su https://piemonte2021-2027.eu
“Se da una parte dobbiamo camminare con l’occhio vigile alla sanità e al vaccino - ha proseguito - dall’altra dobbiamo riservare un’attenzione altrettanto vigile all’economia e alla ripartenza di un Piemonte in cui tutti chiedono di poter tornare a lavorare il prima possibile. E oggi abbiamo gli strumenti per poterlo fare, ovvero il Recovery Plan e i fondi europei scritti con il territorio, che saranno la benzina da mettere nel motore del Piemonte”.
E’ terminato così il roadshow che la Regione ha voluto organizzare per condividere con i rappresentanti del mondo economico, sociale e istituzionale di tutte le province i documenti di lavoro che delineano le priorità su cui concentrare le risorse in arrivo nei prossimi anni dall’Europa: dai fondi del Recovery Plan, per i quali è stato presentato un piano del valore di 13 miliardi di euro, alla prossima programmazione dei fondi europei 2021-2027, che avrà un valore di quasi 4 miliardi di euro (circa un miliardo in più rispetto al passato). Una programmazione che si concentrerà su 5 obiettivi: un Piemonte più intelligente e competitivo, più verde e sostenibile, più connesso, più sociale e inclusivo, più vicino ai cittadini.
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Tra i temi riguardanti Torino e provincia evidenziati dai rappresentanti delle istituzioni, delle varie categorie economiche, dei sindacati e dalle numerose istituzioni (tra i partecipanti il prefetto Claudio Palomba, il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia, la sindaca di Torino e della Città metropolitana Chiara Appendino, il presidente della Camera di Commercio Dario Gallina e della Fondazione CRT Giovanni Quaglia, il segretario generale della Compagnia di San Paolo Alberto Anfossi, il direttore dell’Unione Industriale Angelo Cappetti, i rettori dell’Università e del Politecnico di Torino Stefano Geuna e Guido Saracco) l’individuazione di pochi ma grandi progetti capaci di generare competitività e occupazione con particolare riguardo alla filiera dell’innovazione, la redazione di bandi calibrati sulle esigenze dei destinatari per facilitarne l’accesso, l’utilizzo veloce delle risorse a disposizione come strategia basilare per colmare il divario con gli altri Paesi, la creazione dei distretti del commercio, l’investimento sull'istruzione e sulla formazione professionale in quanto chiavi di volta per la riconversione delle imprese e la coesione sociale, il recupero delle aree dismesse, lo sviluppo della digitalizzazione per favorirne l’attrattività e la sostenibilità. Tra i progetti prioritari il Parco della Salute, il Manufacturing Center e la Città dell’Aerospazio di Torino, la Città della Scienza di Grugliasco. Senza dimenticare la semplificazione amministrativa, il contrasto al dissesto ideogeologico, l’attenzione alla qualità della vita nelle zone di montagna.
“Entro fine marzo avremo consolidato il documento che arriverà al premier Draghi - ha poi ricordato il presidente - e che scriveremo dopo essere andati nelle varie province con un’iniziativa che ha rappresentato un momento di concertazione per fare in modo che i documenti non vengano scritti in un palazzo o in un ministero, ma sui territori. Trasmetteremo le istanze che sono pervenute e, Covid o non Covid, andremo avanti senza perdere neanche un minuto su questi strumenti di ripartenza economica e sociale. Potremo però ripartire davvero quando saremo tutti vaccinati. La pandemia non ci deve fermare nel programmare la ripresa del Piemonte. Ma nulla ha senso se non ci vacciniamo, perché vincerà la sfida del futuro chi vaccinerà prima i propri cittadini. Il Piemonte è virtuoso, ai vertici nel rapporto residenti/vaccinati, ma lo fa in base alle dosi che ha”.
Cirio ha poi evidenziato come questo sia un momento storico, perché si stanno definendo le linee di indirizzo per lo sviluppo dei prossimi 10 anni: “Abbiamo a disposizione cifre che non vedremo mai più e che ci permetteranno di favorire lo sviluppo del sistema produttivo e infrastrutturale. Ma saremo competitivi solo se sapremo individuare e condividere progetti con immediate ricadute sul territorio, oltre a investire sull'istruzione e sulla formazione professionale. Sono certo che se porteremo al presidente Draghi un documento del Piemonte, e non solo della Regione, daremo alla nostra voce più forza. Importante sarà anche poter applicare il cosiddetto ‘Modello Genova’ per le opere pubbliche, perché, senza abbassare di un centimetro l’attenzione verso la legalità, abbiamo bisogno di regole veloci e facili da applicare”.
Ad affiancare il presidente Cirio si sono succeduti il vicepresidente della Regione Fabio Carosso e gli assessori Andrea Tronzano, Elena Chiorino, Fabrizio Ricca e Maurizio Marrone, che hanno parlato dell’importanza dell’ascolto dei territori in un momento così importante, della necessità che le azioni politiche siano perfettamente integrate tra loro senza esclusioni e riportando al centro il ruolo della famiglia, del lavoro - in particolare quello femminile -, della formazione con strumenti come le Academy, che favoriscano l’incontro tra la formazione e le esigenze delle imprese.