La riapertura del Tenda bis prevista in primavera

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Mobilità e trasporti
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I lavori per il raddoppio del tunnel di Tenda dovrebbero ripartire nella primavera del 2020: è l’indicazione fornita nel corso della Conferenza intergovernativa italo-francese tenutasi il 6 dicembre a Roma e alla quale ha partecipato per la Regione Piemonte l'assessore regionale ai Trasporti, Marco Gabusi.

"Siamo moderatamente soddisfatti - commenta Gabusi - e dico moderatamente perché quest’opera è comunque in ritardo e il territorio sta soffrendo ormai da troppo tempo”. Il cantiere per il raddoppio del tunnel stradale del Col di Tenda, bloccato a maggio 2017, quando risultavano eseguiti il 23% delle opere (poco meno di 31 milioni di euro del contratto iniziale pari a 133,1 milioni), è in attesa di riaprire a seguito del nuovo affidamento a Edilmaco nel maggio 2019. L’ipotesi iniziale di riapertura a settembre 2019 è infatti slittata, ma sembrano esserci notizie positive. “I tempi ora sembrano essere più chiari - conferma l’assessore - e ci sono tutti gli elementi per riaprire presto il cantiere. Anas sta infatti predisponendo con Edilmaco la perizia di variante ed entro una decina di giorni avremo la relazione. Inoltre, entro un mese e mezzo il consorzio inizierà la rimozione del materiale anidritico, indispensabile per poter riprendere i lavori. Ora che Anas ha ufficialmente sgombrato il campo dalle ipotesi di cambiamenti o ridimensionamenti del progetto trapelate nelle scorse settimane, presumiamo che lo scavo della galleria possa iniziare per la primavera 2020".

La Conferenza ha inoltre confermato la disponibilità per il rinnovo entro il 2020 della convenzione italo-francese per la Cuneo-Ventimiglia. E subito dopo la Regione Piemonte potrà chiedere l'aumento della velocità dei treni. Le tre Regioni interessate (Piemonte, Liguria e Alpes du Sud) hanno concordato di mettere in atto tutte le azioni utili per inserire la tratta nelle linee transfrontaliere, passaggio che consentirebbe di accedere ai fondi europei.

Per quanto riguarda il traffico dei mezzi pesanti nella Val Roya, dove attualmente c'è il limite a 19 tonnellate imposto nel 2017 dalla Francia, le risposte alle deroghe richieste alle autorità francesi sono state ancora interlocutorie. “Ciò che vogliamo - sostiene Gabusi - è una soluzione concreta e rapida, più che mai necessaria vista la situazione dell’autostrada Torino-Savona, che potrebbe chiudere nuovamente e improvvisamente, unita alla chiusura della Maddalena per rischio valanghe, e alla condizione di fragilità delle strade dopo le alluvioni hanno portato ad un sostanziale isolamento del Cuneese nei suoi trasporti da e verso la Francia. In una simile situazione è chiaro che non ci basta la solidarietà a parole. Ci impegneremo per ridare la possibilità di movimento al territorio, pensando soprattutto alle aziende, che hanno l’esigenza di trasporti importanti delle merci. Le imprese, che abbiamo anche visitato nei giorni scorsi, sono in grave pericolo, poiché le mancate consegne si stanno accumulando a causa delle numerose interruzioni stradali in Liguria dovute alle alluvioni, con la conseguente compromissione di commesse a dir poco vitali”.

 

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