Regione e Conoe sperimentano nuove forme per la raccolta degli oli esausti

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Ambiente e Territorio
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Parte da Novara una sperimentazione per incrementare la raccolta degli oli esausti: vengono portati a 4 i centri di raccolta in città e viene avviato un progetto pilota di raccolta all’interno di un condominio.

Queste iniziative sono inserite in un protocollo d’intesa che la Regione ha firmato con il Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli esausti (Conoe) per avviare su tutto il Piemonte una campagna di comunicazione sul recupero differenziato di questo materiale.

“Fino ad oggi - afferma l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati - è stata sottovalutata la possibilità di recuperare gli oli da cucina esausti domestici per farli diventare una risorsa come ad esempio glicerina per creme, saponi e candele, oppure il biodiesel, che porterebbe un risparmio di 192 milioni sulle importazioni di petrolio a livello nazionale e 92 milioni sulla bolletta energetica. Il protocollo punta a divulgare buone pratiche utili per tutti: l'olio gettato nel lavandino infatti crea una pellicola che può uccidere flora e fauna, bloccandolo scambio di ossigeno, e pregiudica il buon funzionamento della rete fognaria. Con questa sperimentazione miglioriamo l'ambiente ma possiamo anche creare una risorsa”.

Marnati ha poi ricordato che nel 2019 in Piemonte il conferimento degli oli esausti presso i centri di raccolta è stato di 444 tonnellate: “Numeri ancora troppo bassi, che puntiamo ad aumentare sensibilizzando i cittadini". Secondo il Conoe potrebbero diventare 7.399 aggiungendo le utenze domestiche con una raccolta media di 1,7 litri pro capite all’anno.

L’accordo è stato siglato durante un evento virtuale presso il castello di Novara al quale hanno partecipato il sindaco Alessandro Canelli, i presidenti di Legambiente Piemonte Giorgio Prino, del Conoe Tommaso Campanile e di ASSA Novara Yari Negri.

Per ogni tonnellata di olio rigenerato, ha chiarito Campanile, "si risparmia una tonnellata di petrolio e si abbattono circa 7 tonnellate di anidride carbonica annue. Con una gestione corretta di questo rifiuto, si può quindi dare un contributo importantissimo all'ambiente e all'economia, che il progetto potrà rimettere in moto partendo dal Piemonte, con la speranza di estenderlo poi in Italia".

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