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C’è un esercito di pecore, circa 120 mila in Piemonte, che in questi giorni stanno cambiando look con la tosatura, pronte per salire ripulite e fresche alle località d’alpeggio. Il problema, sempre più pressante negli ultimi anni, riguarda la destinazione del vello ovino. Sono centinaia, migliaia di quintali di lana “sucida”, cioè impregnata di sostanze grasse e altre impurità, che oggi in Italia non ha più mercato e va quindi smaltita.
Nella transizione epocale dal mondo contadino al ben più complesso sistema globalizzato, la lana è passata infatti dall’essere un bene prezioso - che poteva essere utilizzato per la fattura di capi da indossare, elementi di arredo, cuscini e materassi - a un peso da gestire. Con un aggravio di costi per gli allevatori che già devono far fronte a una spesa ingente per la tosatura, svolta in gran parte da operatori stranieri, nell’ordine di quasi due euro per capo.
Di tale problema si è fatto carico l’assessorato agricoltura della Regione Piemonte che a partire dall’anno scorso ha dato vita, d’intesa con l’associazione regionale degli allevatori, Arap, a un progetto che consente lo stoccaggio e lo smaltimento della lana tosata.
“Ringrazio Arap ed il Consorzio Biella The Wool Company per aver aderito fin da subito a questa iniziativa e i funzionari regionali che hanno permesso la realizzazione del progetto sperimentale. Come Regione Piemonte, con convinzione, abbiamo voluto sostenere il progetto consci del fatto che un problema per le aziende possa trasformarsi in un’opportunità di sviluppo per il settore ovino” precisa l’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa.
Questa iniziativa pilota, definita “Progetto Pura Lana Piemontese”, ha preso avvio grazie alla collaborazione con il Consorzio “Biella The Wool Company” fondato e presieduto da Nigel Thompson, inglese di Bradford, che dagli anni ‘80 si è trasferito nel Biellese per lavorare e commercializzare la lana.
Spiega Battista Camisassa, il responsabile dell’area cuneese di Arap che segue in prima persona l’iniziativa con un paio di collaboratori: “Il nostro ruolo è curare la raccolta della lana sucida direttamente dagli allevatori, per i territori delle province di Cuneo e Torino, predisponendo anche la documentazione sanitaria richiesta trattandosi di un sottoprodotto di origine animale. Gli allevatori degli altri territori piemontesi conferiscono direttamente al Consorzio. La lana, una volta ammassata in balle e sistemata in sacchi che vanno dai 100 ai 400 kg, viene stoccata in due magazzini, uno a Pinerolo l’altro a San Chiaffredo di Busca. Di qui partono i camion verso il Consorzio “Biella The Wool Company” che ha sede nel comune di Miagliano (BI). Finora abbiamo riempito dieci bilici, nove dei quali già spediti a Biella”.
Coronamento del progetto sarà la realizzazione di un lavaggio attrezzato per poter trasformare i lotti di lana sucida in semi-manufatti o prodotti finiti, garantendo attraverso il marchio del Consorzio la qualità del prodotto medesimo e il rispetto dell’ambiente e dei lavoratori.
Osserva Elia Dalmasso, presidente Arap: “Siamo soddisfatti per l’evoluzione del progetto, che supporta i nostri allevatori sovente impegnati nel recupero di razze ovine a rischio di estinzione, e pone le basi per garantire a tutti, in modo sistematico e costante, il ritiro della lana, liberando spazi negli allevamenti che assicurano il presidio del territorio, incrementando la cura e il benessere degli animali in un’ottica di economia circolare concreta. Stiamo costruendo un percorso insieme alla Regione - sottolinea Dalmasso - che in futuro potrà determinare un ritorno economico, con il riconoscimento di una marginalità a tutti gli attori della costituenda filiera, allevatori in primis”.