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Lavoro e vacanza, inconciliabili prima del Covid, sono ora possibili. Basta una buona connessione a Internet e si può organizzare la chiamata tra una passeggiata in montagna e un giro in bici.
La Regione Piemonte guarda al cosiddetto “holiday working” con l’ambizioso obiettivo di ottenere 400.000 pernottamenti in più al mese e battere la concorrenza nella ripresa del settore al tempo della pandemia. Primo passo, un censimento delle strutture da promuovere in Italia e all’estero, che dovranno garantire standard di qualità come una buona connessione, la privacy e la sicurezza dei dati se l’utente usa il wi-fi, la disponibilità di spazi di relax.
Tra spostamenti vietati ed obbligo di quarantena, “lo smart working può unire le attività ludiche con quelle lavorative per creare un posizionamento distintivo ed essere competitivi con gli altri Paesi”, sostiene l’assessore regionale al Turismo Vittoria Poggio, che ha già illustrato alle associazioni di categoria un progetto dedicato a professionisti, anche con famiglia.
Secondo VisitPiemonte, la società in house di Regione e Unioncamere per la promozione del territorio che coordina l’iniziativa, ricevendo soltanto lo 0,01% della popolazione di sei Paesi con un clima freddo come Belgio, Danimarca, Germania, Olanda, Norvegia e Svezia per trascorrere un soggiorno di un mese, le località turistiche piemontesi potrebbero beneficiare di un incremento di quasi mezzo milione di pernottamenti. E aggiungendo all’elenco Francia, Inghilterra e Finlandia potrebbero addirittura raddoppiare con ricadute positive anche sul resto della filiera turistica, come ristorazione e mobilità.
“In Piemonte - rileva Poggio - ci sono territori di ineguagliabile bellezza sui quali operano già adesso strutture ricettive di grande pregio, come alberghi o agriturismo capaci di soddisfare le esigenze di una clientela internazionale”.
Una prima fase di test potrebbe partire già in estate, per poi diventare un elemento strutturale dell’offerta turistica piemontese.