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Prosegue a pieno regime ad Antiochia l’attività dell’ospedale da campo messo a disposizione dalla Regione Piemonte nell’ambito della missione italiana coordinata dal Dipartimento della Protezione civile, presente in Turchia in seguito all’attivazione del Meccanismo europeo.
Nella prima settimana di apertura ha garantito assistenza ad oltre 600 pazienti ed ha tra l'altro registrato quattro nascite.
“I nostri sanitari e volontari della Protezione civile operativi ad Antiochia - osserva l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi - hanno trovato una situazione catastrofica. La popolazione è stremata, le richieste di assistenza sono continue e di ogni genere. Abbiamo impegnato sul campo personale altamente specializzato e in grado di lavorare in condizioni di massima emergenza. Ringrazio tutti coloro che in questo momento stanno prestando senza riserve la loro opera per renderlo completamente funzionale alle esigenze delle popolazioni terremotate della Turchia”.
“Ancora una volta il Piemonte scende in campo con la forza preziosa del suo personale sanitario e dei volontari della Protezione civile per aiutare chi sta vivendo momenti terribili - rileva il presidente Alberto Cirio - Sappiamo quanta dedizione stanno mettendo in campo e non potremmo essere più orgogliosi di loro”.
All’allestimento dell’ospedale hanno provveduto 41 volontari del Coordinamento regionale di Protezione civile (elettricisti, idraulici, ma anche traduttori e personale formato alle azioni di emergenza da campo per il 118) con 20 mezzi. “L’aiuto che diamo in queste circostanze è sempre straordinario - annota l’assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi - Sono molto grato a tutti i volontari che hanno scelto di partire per la Turchia e portare il loro bagaglio di conoscenza alle persone più bisognose. Il continuo contatto ci consente di agire prontamente. Il Piemonte e la Protezione civile ci sono, pronti in prima linea”.
L’ospedale da campo
È costituito da 14 tende per strutture mediche (una per Triage/accettazione, due Pronto soccorso, un’Unità di terapia intensiva con 4 posti letto, una sterilizzazione e pre-sala operatoria, una sala operatoria, una sala parto naturale/cesareo convertibile in seconda sala operatoria, tre degenze da 20 posti, una sala radiologica/laboratorio analisi, una tenda di isolamento per malati infettivi con due letti, una farmacia/magazzino, un obitorio, una tenda di comando per direzione sanitaria e logistica), oltre a 16 tende per servizi e logistica (otto dormitori, un dormitorio diurno per personale turno notte, una tenda per cucina, due tende per refettorio, una tenda docce, una tenda per lavanderia e due tende relax).
A queste, si aggiungono 15 tende bagno con cabine singole per personale e degenti, tre generatori elettrici, un impianto elettrico campale dotato di selettività verticale ed orizzontale, trasformatore di isolamento per sala operatoria, UPS per sala operatoria, ICU e laboratorio/radiologia, un impianto idraulico campale composto da serbatoi flessibili, sistema acqua fredda e calda, un sistema di purificazione e potabilizzazione dell'acqua per 3000 l/h, un produttore di ossigeno da 6000 litri/ora, una cucina attrezzata per 100 persone a pasto, approvvigionamento alimentare per 7‐10 giorni e un veicolo trainante dotato di carrello elevatore.
Il team sanitario, coordinato da Mario Raviolo della Maxiemergenza della Regione Piemonte, è composto da 76 persone: sei chirurghi, un medico infettivologo, quattro medici urgentisti, un medico pediatra, cinque medici anestesisti, tre chirurghi ortopedici, due ginecologi, un’ostetrica, un fisioterapista, 31 infermieri (inclusi coordinatori, strumentisti, infermieri sala operatoria), due tecnici di radiologia, due tecnici di laboratorio, un assistente amministrativo, un ingegnere, tre tecnici logisti e 12 tecnici logistici afferenti al Coordinamento regionale del Volontariato di Protezione civile.