Il Piemonte al Tavolo Stellantis chiede un nuovo modello per Mirafiori

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L’audizione del Piemonte al Tavolo Stellantis svoltosi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy su convocazione del ministro Adolfo Urso ha visto il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, accompagnato dall’assessore al Lavoro Elena Chiorino, e il sindaco di Torino Stefano Lo Russo consegnare il documento condiviso con le parti sindacali, le associazioni di categoria e la Camera di Commercio che ribadisce la necessità di un nuovo modello da produrre a Mirafiori, la centralità dell’indotto automotive piemontese, l’esigenza che Torino e il Piemonte mantengano il cervello della ricerca e della progettazione del Gruppo, forti delle competenze di eccellenza di tutta la filiera.

«Quello avviato su Mirafiori con il Comune di Torino è un percorso che ci ha consentito di ottenere importanti risultati, come l’avvio dell’Hub europeo del riciclo e del Battery Center, e la prossima settimana del Centro per le trasmissioni, che valgono in tutto circa mille occupati. Ora si tratta però di fare un passo in più - ha dichiarato all’uscita dalla riunione il presidente Cirio - L’azienda sta lavorando per rendere la 500 elettrica più competitiva in modo da conquistare maggiori fette di mercato. Ma nel frattempo però serve, e questo lo dicono insieme il mondo delle imprese e i sindacati, un nuovo veicolo da produrre a Mirafiori per arrivare a 200mila auto all’anno che chiediamo con forza, così come la garanzia che il cervello e il cuore ingegneristico e di progettazione resteranno a Torino e in Piemonte. Sono queste le istanze che la Regione porterà allo sciopero proclamato per il 12 aprile a difesa di un settore che è strategico per il presente e per il futuro del Piemonte».

«Il Governo e il ministro dimostrano, ancora una volta, l’attenzione per i lavoratori e il tessuto industriale nazionale e regionale - ha aggiunto l’assessore Chiorino - La convocazione del tavolo di oggi è stato un passaggio importante che conferma il cambio di rotta rispetto al passato. Ora è necessario avere risposte chiare da Stellantis in termini di produzione e volumi che riportino una produzione reale e sostenibile in Italia e a Torino, capace di favorire posti di lavoro e non di aumentare la cassa integrazione».

Anche per il sindaco Lo Russo «l’incontro si inserisce in un percorso che abbiamo avviato con la Regione e va nell’ottica di rendere sinergici gli investimenti del gruppo Stellantis come parte di un’unica strategia, quella di ribadire che l’automotive non solo è parte integrante dell’identità di Torino ma un’occasione di ulteriore crescita. È però del tutto evidente che questi elementi debbano necessariamente essere accompagnati da un investimento che consideri anche le strategie produttive sulle nuove linee e i nuovi modelli. Ed è proprio questo lo spirito con cui la Città ha aderito allo sciopero del 12 aprile: come istituzioni confermiamo il nostro impegno e la nostra disponibilità a contribuire a costruire le condizioni perché il territorio torinese e Mirafiori siano autenticamente competitivi a livello nazionale e internazionale anche per dare la giusta prospettiva di crescita al sito produttivo più grande d’Europa e per garantire occupazione e ordinativi per le tante industrie dell’indotto che costruiscono la dorsale principale del nostro territorio dal punto di vista economico. Sono convinto che sulla base di questa interlocuzione si possano costruire solide basi per lo sviluppo dell’automotive sul nostro territorio».

Considerazioni che hanno trovato d’accordo il ministro Urso: «Nel caso di Mirafiori abbiamo condiviso, insieme alle altre istituzioni, che ci sia almeno un nuovo modello di auto competitivo realizzato a Torino che risponda alle esigenze del mercato italiano, anche alla luce degli incentivi sulle auto. Attualmente a Torino si producono modelli, come la 500 elettrica e la Maserati, peraltro in riduzione produttiva, che sono rivolte sostanzialmente al mercato estero. È necessario che Stellantis chiarisca con quali modelli, con quale produzione e livelli occupazionali si possa raggiungere questo obiettivo. Siamo all'inizio di un percorso da percorrere in breve tempo, servono risposte chiare sulla base delle quali realizzare un piano nazionale sull'automotive che consenta la salvaguardia della filiera e dell'indotto».

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