Piazza Piemonte 1 il nuovo indirizzo del grattacielo della Regione

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È cambiato l’indirizzo del grattacielo della Regione: ora è piazza Piemonte 1 e non più via Nizza 330.

La cerimonia di intitolazione e di svelamento del nuovo cartello toponomastico si è svolta alla presenza del presidente Alberto Cirio, del vicepresidente Fabio Carosso e degli assessori Chiara Caucino, Vittoria Poggio, Marco Protopapa e Andrea Tronzano, del sindaco di Torino Stefano Lo Russo, della presidente della Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, del prefetto Donato Cafagna e di altre autorità cittadine e militari. Un quartetto di allievi sassofonisti del Conservatorio di Torino ha eseguito l’Inno nazionale.

«Il luogo che ospita il palazzo della Regione, che è la casa di tutti i piemontesi, non poteva che chiamarsi piazza Piemonte - ha affermato Cirio - Per questo abbiamo chiesto al Comune di approvare l’intitolazione della piazza e ringrazio il sindaco, il Consiglio comunale e la Commissione Toponomastica per aver risposto positivamente. Questo luogo non è solo l’ingresso al grattacielo che raccoglie tutti gli uffici dell’ente, ma è anche un luogo di aggregazione e socialità per il quartiere che, dopo molti anni, finalmente ha visto questo palazzo popolarsi di persone, con ricadute positive per le attività commerciali».

Andrea Tronzano, assessore regionale al Patrimonio, ha definito la cerimonia «un evento importante che continua a mettere dei tasselli in un quartiere che per dieci anni è stato purtroppo martoriato da mille cantieri infiniti, ma che alla fine piano piano ritrova il suo splendore. Insomma, restituire un po’ di gioia dopo tanti anni di buio è la nostra più grande soddisfazione».

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Con questa cerimonia è iniziata anche l’operazione di arredo della piazza, che ospiterà opere rappresentative di tutte le province del Piemonte. Si è cominciato da Torino con la posa del Toh ideato e realizzato da Nicola Russo, designer e direttore creativo, che si ispira al Torét, celebre simbolo della città. Un progetto creativo indipendente che immagina il toro, normalmente “chiuso” all'interno della celebre fontana, rompere il metallo e uscire fuori per ricordare l'importanza del coraggio di agire per cambiare le cose, oltre a sottolineare che a volte rompere gli schemi, mettersi in gioco è la strada giusta per poter guardare con fiducia al futuro e raggiungere risultati. «Toh è un manifesto di rinascita e inclusione, un'opera identitaria sempre pronta al dialogo con la città e le persone, che non lascia mai il passato ma che evolve per accogliere il futuro, un’opera di coraggio perché senza coraggio non c’è futuro», spiega l’artista, che ha deciso di devolvere alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus di Candiolo parte dei ricavi del progetto (in meno di due anni sono già stati raccolti oltre 50.000 euro). L’opera è realizzata in vetroresina fasciata a mano, la base è in metallo verniciato, all’interno è dotata di armatura per essere in linea con le normative dell'arredo urbano, è alta circa 2 metri e pesa 250 chilogrammi, con un ingombro al suolo di 1,8 metri quadrati.

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