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“Il problema della scorie nucleari va affrontato, non ci si deve nascondere, la politica dei no a priori non mi è mai appartenuta. Non faccio alcuna polemica, ma non posso non sottolineare che il Piemonte la sua parte l’ha già fatta”: è quanto ha sostenuto il presidente Alberto Cirio intervenendo al Consiglio regionale aperto convocato per affrontare le ricadute locali della Carta delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.
Il presidente ha quindi criticato il metodo scelto per la predisposizione del documento: “Il modo in cui si è proceduto è inaccettabile. Ho appreso che Il Piemonte avrebbe moltissimi siti idonei da un’agenzia di stampa. Ma non credo che una valutazione del genere possa essere presa nel chiuso un ufficio romano per poi farcela piovere sulla testa. Non è rispettoso istituzionalmente delle competenze di un sindaco, che è responsabile della salute dei cittadini, e di quelle di una Regione, che ha le competenze in materia ambientale. Queste scelte si devono fare insieme ai territori”.
“Il mio tono non è polemico ma molto fermo”, ha concluso Cirio, assicurando che “come Regione ci faremo garanti perché la vita dei territori possa giungere nei palazzi dove si decide. Perché qui sono in gioco la vita, la salute e il futuro del Piemonte”.
L’assessore agli Affari legali Maurizio Marrone ha anticipato che proporrà alla Giunta “che la Regione faccia proprie le osservazioni dei Comuni interessati, raccogliendole in una nota formale da mandare a Roma, così da essere nelle condizioni di poter muovere l’Avvocatura regionale qualora la Carta nazionale delle aree idonee non tenga conto, ancora una volta arbitrariamente, delle ragioni dei territori in difesa delle proprie eccellenze enogastronomiche e ambientali”.
Nel pomeriggio è intervenuto l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati: “Se non ci sarà l’autocandidatura di un Comune a ospitare il sito nazionale, e al momento non c'è, il Piemonte darà parere negativo. Ci sono molti più contro che pro. Giustamente molti cittadini e Comuni sono preoccupati e credo che la proroga per le osservazioni ci sarà, passando da 60 a 120 giorni. Ci è stato detto dal ministro, e penso che nonostante la crisi di Governo su questo non ci saranno problemi. Il deposito nazionale è una grande infrastruttura, e come tutte le grandi infrastrutture preoccupa. Dobbiamo affrontare la questione in modo democratico, e noi lo stiamo facendo: abbiamo attivato un apposito Tavolo Trasparenza, che si riunirà almeno ogni due settimane e nel quale chiunque potrà fare le proprie osservazioni scritte, che verranno prese in considerazione. Se ci saranno delle ingiustizie sul fronte dei criteri, come molti sindaci stanno già segnalando, ci batteremo a sostegno dei nostri enti locali. L'Arpa sta realizzando una istruttoria proprio per capire dal punto di vista tecnico se è vero che i criteri potrebbero non essere corretti”.
Marnati si è infine detto “contrario a usare il suolo agricolo, visto che l'alimentare è un settore fondamentale per il Piemonte e l'enogastronomia una nostra eccellenza”, ha rilevato che “diverso sarebbe stato se Sogin avesse scelto un sito già esistente, magari da riconvertire” ed ha osservato che “si potrebbe trasformare il sito di Trino nell'unico museo al mondo di una centrale nucleare, che all'epoca è stata un impianto all’avanguardia”.