L’infermiere di comunità in parrocchia si sperimenterà nella Diocesi di Alba

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L’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, rende noto che anche in Piemonte si sperimenterà l'infermiere di comunità inviato in parrocchia: lo farà l’Asl CN2 Alba Bra, che ha deciso di partecipare al progetto attivato dalle Diocesi di Roma, Alba e di Tricarico (Basilicata).

“L’iniziativa - ricorda Icardi - prevede di includere le parrocchie nell'ambito dei servizi di assistenza territoriale già presenti e diffusi nell'Asl ed in ulteriore sviluppo per effetto del Piano regionale cronicità. L'obiettivo principale è raccogliere i bisogni di salute dei cittadini più deboli ed emarginati, che spesso fanno fatica ad entrare in contatto con il servizio sanitario nazionale, in collaborazione con il personale volontario reso disponibile dalle istituzioni religiose. Si potranno così incrementare i punti di ascolto e attività presenti nell'ambito dei servizi territoriali di prossimità in un contesto di sussidiarietà. Ringrazio la Diocesi di Alba e l’Asl CN2 per la disponibilità”.

L’infermiere di comunità inviato in parrocchia, una volta acquisiti i dati dei pazienti da aiutare, si incaricherà di attivare le procedure ed i servizi utili al soddisfacimento delle richieste. Come evidenziato a Vatican News da don Massimo Angelelli, direttore dell'Ufficio nazionale per la Pastorale della salute della Cei e firmatario dell'intesa, “i modelli di sanità stanno cambiando in Italia, come sta mutando anche il tessuto sociale, e per affrontare le prossime emergenze, le cosiddette cronicità come l'Alzheimer o una situazione terminale magari di derivazione oncologica, la parrocchia si offre come luogo di incontro tra queste necessità e il Servizio sanitario nazionale, per evitare che la malattia diventi un'altra fonte di povertà, un ulteriore discrimine, generando una nuova cultura dello scarto".

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