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Più sicurezza, più controlli, più efficienza sono le parole chiave della riforma delle Commissioni di vigilanza sulle strutture socio-sanitarie, socio-assistenziali e socio-educative presentata dall’assessore alle Politiche sociali Chiara Caucino durante la seduta della IV Commissione del Consiglio regionale. Interesserà circa 80.000 persone e 2.800 presidi.
La riforma riguarda quegli organismi chiamati a verificare le condizioni necessarie per avviare al funzionamento una struttura come una casa di riposo e una comunità per minori o disabili, accreditarla e successivamente avere i requisiti per mantenere l’autorizzazione.
“Dopo oltre vent’anni, e come promesso all’inizio del mio mandato - ha. affermato Caucino - abbiamo deciso di mettere mano alle regole che disciplinano le funzioni di vigilanza su queste strutture, rendendole più attuali e complete, a tutto vantaggio dell’intero sistema. La precedente delibera, che risale al 1997, deve essere superata perché non è più rispondente alle reali esigenze di garantire omogeneità ed efficacia nell’attività di vigilanza. Per la prima volta il perimetro di azione della vigilanza è ampliato oltre il tradizionale limite degli aspetti tecnici, andando a contemplare esplicitamente il controllo qualitativo del servizio e dell’efficacia degli interventi realizzati”.
Non meno importante è il nuovo modello organizzativo. «La vigilanza - precisa l’assessore - sarà individuata come struttura semplice a sé stante, dotata di personale assegnato a titolo esclusivo. Inoltre, dovrà essere predisposto un piano annuale che preveda almeno un controllo ordinario per ogni struttura. Sarà la Direzione regionale a stabilire per ciascuna vigilanza il numero di sopralluoghi da effettuare fuori dalla propria area di competenza, nonché l’elenco e, a rotazione, il territorio da vigilare”.
Ogni sei mesi i gestori dovranno compilare una scheda aggiornata sugli aspetti strutturali, tecnologici, organizzativi e gestionali, consentendo una puntuale verifica documentale, sulla base di parametri predisposti dalla Regione. Le aziende sanitarie e la Città di Torino dovranno rendicontare l’attività svolta con particolare attenzione anche alla trasmissione di informazioni rispetto all’assunzione di interventi regionali, dando massima importanza alla promozione della qualità e del benessere degli ospiti.