La Foresta condivisa del Po piemontese: un progetto per contrastare i cambiamenti climatici

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Ambiente e Territorio
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Creare una “Foresta condivisa del Po piemontese”, per riprendere e consolidare gli interventi di riqualificazione ambientale avviati negli ultimi 30 anni lungo la fascia fluviale del Po e nelle aree circostanti per metterli a sistema e giungere a costituire una foresta di vicinato di circa 200 chilometri, con l’ambizioso obiettivo di giungere a 1,5 milioni di alberi e arbusti, uno per ciascun abitante dei Comuni attraversati.

Si tratta del progetto predisposto dall’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, costituitosi il 1° gennaio scorso con la fusione dei due organismi che si occupavano rispettivamente della parte torinese e quella vercellese-alessandrina del fiume e che ha il suo asse portante nel Parco naturale del Po piemontese, corridoio ecologico che si estende da Casalgrasso fino ai confini con la Lombardia lungo il territorio di 53 Comuni appartenenti a quattro province.

La foresta è definita condivisa proprio perché chiunque può contribuire a realizzarla, diventandone partner, dalle istituzioni fino al semplice cittadino, dalle aziende agricole alle imprese private e alle associazioni: al progetto hanno già contribuito diversi soggetti privati, inizialmente i contributi elargiti alla società AzzeroCO2, mentre altri hanno aderito direttamente alla proposta dell’Ente Parco, come il Rotary International Distretto 2031 e SandenVendo. Per dare vita a un nuovo albero bastano anche solo 20 euro, che corrispondono a una nuova piccola pianta e ai 10 m2 di terreno che la circondano e che le permetteranno di crescere e di essere curata per garantirne l’attecchimento.

Tutti i contributi economici saranno raccolti in un apposito fondo che l’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese ha deciso di istituire. Dal canto suo, l’Ente dedicherà ogni attenzione all’espansione della foresta: con i fondi raccolti non solo metterà a dimora nuove piante, ma le curerà e acquisterà nuovi terreni per farla crescere e favorire così il suo pieno rigoglio.

“In questo periodo storico, in cui è ormai accertato che il riscaldamento globale provoca effetti devastanti e che è necessario intervenire prontamente con azioni puntuali per contrastarne gli effetti, - ha dichiarato il vicepresidente e assessore alle Foreste della Regione Piemonte Fabio Carosso nel corso della presentazione dell’iniziativa - l’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, in accordo con la Regione, ha avviato un progetto di messa a dimora di alberi finalizzato all’assorbimento di gas serra, principali responsabili dei cambiamenti climatici. La foresta condivisa è un progetto che si è avviato da un paio di anni, mettendo a sistema interventi realizzati anche molto tempo prima con fondi pubblici e che consiste nella piantumazione di alberi in aree demaniali o di proprietà pubblica e i cui primi risultati sono tangibili: alberi e arbusti, ma anche nuove zone umide e aree verdi attrezzate, hanno già ricoperto circa 500 ettari di territorio e costituiscono una vera e propria fabbrica produttrice di ossigeno e di assorbimento di gas serra. Obiettivo primario è ora quello di sviluppare il progetto facendolo crescere coinvolgendo altri soggetti”.

Il presidente dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese Roberto Saini ha sostenuto che “è un progetto coerente con le finalità del Pnrr e costituisce un’azione concreta che fornisce risposte reali a un problema che oggi è al centro dell’attenzione a livello globale e planetario: pur essendo coscienti che si tratta di un ambito circoscritto, vogliamo dare concretezza a quegli obiettivi che anche la conferenza Cop26 di Glasgow ha posto in agenda per gli anni a venire. È anche uno strumento di riqualificazione dell’ambiente del Parco naturale del Po piemontese e delle aree circostanti, che si concretizza in aree verdi periurbane, boschi naturaliformi, piantagioni potenzialmente permanenti di arboricoltura da legno a ciclo medio-lungo, prati stabili e sistemi di praterie con alberi, siepi campestri, boschetti e zone umide di vario genere”.

 

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I Comuni interessati

In provincia di Cuneo: Casalgrasso;

in provincia di Torino: Baldissero Torinese, Brandizzo, Brusasco, Carignano, Carmagnola, Castagneto Po, Cavagnolo, Chivasso, La Loggia, Lauriano, Lombriasco, Mazzè, Moncalieri, Monteu Da Po, Pino Torinese, Rondissone, San Mauro Torinese, San Sebastiano Da Po, Torino, Torrazza Piemonte, Verolengo, Verrua Savoia, Villareggia, Villastellone;

in provincia di Vercelli: Cigliano, Crescentino, Fontanetto Po, Livorno Ferraris, Palazzolo Vercellese, Saluggia, Tricerro, Trino;

In provincia di Alessandria: Alluvioni Piovera, Bassignana, Bosco Marengo, Bozzole, Camino, Capriata d'Orba, Casal Cermelli, Casale Monferrato, Castelnuovo Scrivia, Coniolo, Frassineto Po, Gabiano, Isola Sant'Antonio, Moncestino, Morano sul Po, Pecetto di Valenza, Pontestura, Predosa, Valenza, Valmacca.

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