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Il presidente della Regione Alberto Cirio ha emanato un’ordinanza che dispone fino a mercoledì 23 dicembre 2020 il ricorso alla didattica digitale a distanza nelle classi seconde e terze medie statali e paritarie. Sarà comunque possibile svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli altri alunni della classe interessata.
Una decisione che gli epidemiologi ed esperti della Regione (Giuseppe Costa, Paolo Vineis, Lorenzo Richiardi, Carlo Di Pietrantoni, Chiara Pasqualini, Ferruccio Fazio e Giovanni Di Perri) hanno definito “una scelta prudenziale, secondo un principio di precauzione, in considerazione di un possibile maggiore rischio epidemiologico relativo alle prossime festività natalizie, considerato anche il contributo significativo che tale misura ha dato nell’inversione di tendenza del trend epidemico e alla luce dell’attuale base di rischio di infezione”, in quanto “necessaria per salvaguardare il comune obiettivo di un ritorno in presenza a scuola dal prossimo mese di gennaio”.
“Una scelta dolorosa ma necessaria”, l’ha giudicata Cirio, in quanto “riaprire la scuola non è una priorità: è la priorità. E proprio per questo è fondamentale farlo in sicurezza, per non rischiare di dover richiudere fra un mese”. Inoltre, annuncia che con l’Ufficio scolastico regionale verrà modificato il calendario scolastico, in modo da recuperare i giorni persi in presenza.
“Il Piemonte - anticipa il presidente - ha predisposto un piano sui trasporti e gli orari che credo sarebbe opportuno adottare a livello nazionale, se veramente si vuole garantire la scuola in presenza. Perché ripartire senza cambiare le condizioni dei trasporti scolastici e senza scaglionare gli orari di ingresso a scuola, in modo da consentire più turni dei mezzi pubblici che viaggiano al 50%, significa esporre al rischio molto concreto di un nuovo stop fra un mese, che sarebbe ancora più deleterio a ridosso degli esami di terza media e di maturità. Senza considerare l’impatto in prossimità delle feste: escludendo il ponte dell’Immacolata e le vacanze di Natale, ci sono circa 15 giorni di scuola effettivi da qui all’Epifania. Due settimane in cui i ragazzi rischiano concretamente di tornare a contagiarsi nel pre e post scuola, portando poi il virus in famiglia proprio nel momento in cui si trascorrono giornate di festa con i propri parenti, a cominciare dai nonni”.
A sostenere questa decisione sono i numeri: dall’apertura dell’anno scolastico il contagio in età scolare ha avuto un rapido incremento che ha toccato il picco massimo a fine ottobre, con una crescita che è stata esponenziale in particolare dagli 11 ai 18 anni e più graduale e contenuta fino ai 10 anni; dall’introduzione della didattica a distanza la curva ha invertito la tendenza, evidenziando l’inizio di una fase in discesa: dal 26 ottobre (inizio della didattica a distanza alle superiori) al 22 novembre (settimana del Report che ha portato il Piemonte in zona arancione) i casi di positività nelle fasce 11-13 e 14-18 anni si sono dimezzati, passando da 483 a 218 (ogni 100.000) nella età scolare delle medie e da 570 a 297 in quella legata alle scuole superiori.
In flessione il contagio anche nelle altre fasce di età seppur in forma meno consistente, sia come conseguenza indiretta della dad (con riduzione del rischio di contagio importato dai fratelli maggiori), sia come effetto delle generali misure di contenimento e dell’introduzione della zona rossa. In particolare nella fascia 6-10 anni si è passati da 243 a 153 casi (su 100 mila), nella fascia 0-2 anni da 149 a 98 e in quella 3-5 anni da 107 a 103.
"Dobbiamo avere buonsenso ed essere prudenti per non vanificare tutto il sacrificio fatto finora - conclude il presidente Cirio -. Riportare a scuola tutti gli studenti del Piemonte è una assoluta priorità. Per cui voglio rassicurare chi giustamente è preoccupato che i nostri figli possano essere penalizzati da una scuola vissuta a distanza: mi sono già confrontato con il Direttore dell’Ufficio scolastico regionale e già da lunedì lavoreremo insieme per rimodulare il calendario scolastico dell’anno in corso e recuperare dalla primavera, cessata l’emergenza, i giorni in presenza che sono stati persi”.
Il presidente Cirio è ritornato in alcune interviste sulla decisione di imporre la didattica a distanza per le seconde e terze medie: “Ho detto e ribadisco che sono felice che un ragazzo di 11-12 anni scenda in piazza per difendere il suo diritto alla scuola. Al di là del merito della questione, dimostra che sono ragazzi in gamba. Ma un presidente di Regione deve valutare tutti gli elementi in gioco e io ho ascoltato quei ragazzi come gli epidemiologi. E ho deciso di salvaguardare la salute e la vita".
“Avrei preso in giro gli studenti se non fossi andato in piazza, non mi fossi seduto con loro, non avessi ascoltato. Ma ascoltare - ha precisato Cirio - non significa necessariamente fare quello che ti chiedono, il presidente di una Regione ha il dovere di assumere le decisioni ascoltando tutti e valutando tutti gli elementi in gioco. E quando a un governatore vengono forniti elementi oggettivi che dimostrano che con la riapertura delle seconde e terze medie per soli 12 giorni si rischia di aumentare il contagio e di poterlo diffondere attraverso i ragazzi a genitori e nonni durante le vacanze, allora ho deciso di salvaguardare la salute e la vita. Io che ho in mano documenti, dati e conosco il monito degli epidemiologi, se non avessi fatto così sarei stato un irresponsabile".
Allegati
- L'ordinanza n.132 del 28 novembre 2020
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