Continuità assistenziale: si consolida il modello adottato durante l’emergenza

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Sanità
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La Regione Piemonte consolida il percorso protetto di continuità assistenziale per anziani ultra65enni non autosufficienti o persone con bisogni sanitari e assistenziali assimilabili ad anziano non autosufficiente, dimessi da strutture ospedaliere e di post acuzie (RRF, Lungodegenza, CAVS) verso Rsa autorizzate, accreditate e contrattualizzate con il Servizio sanitario regionale.

Il documento conferma il modello sperimentato a seguito dell’emergenza Covid e applicato per tutta la durata dell’epidemia.

“Con questo provvedimento - spiega l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi - offriamo una risposta più consona nella gestione delle cronicità, nell’ottica della continuità delle cure e dell’integrazione ospedale-territorio. L’esperienza maturata finora ci ha insegnato che attraverso un’adeguata presa in carico dei pazienti e idonei inserimenti nelle Residenze sanitarie assistenziali si evita il protrarsi dei ricoveri in sedi non più appropriate e si prevengono molti degli accessi impropri in Pronto soccorso. L’obiettivo principale è ridurre il più possibile la pressione sugli ospedali, garantendo comunque continuità assistenziale attraverso le oltre 700 Rsa distribuite su tutto il Piemonte”.

Il percorso, che può essere avviato in modo più ampio di quanto attualmente previsto, oltre che da Pronto soccorso/DEA e reparti ospedalieri per acuti, anche da reparti di post acuzie e riabilitazione (RRF, LDG e CAVS), passa attraverso una valutazione iniziale di appropriatezza del Nucleo distrettuale di continuità delle cure. L’individuazione delle Rsa destinatarie avviene attraverso la raccolta delle disponibilità da parte delle aziende sanitarie, seguita dalla verifica delle garanzie di osservanza delle indicazioni regionali in materia di contrasto al Covid e dei flussi informativi da parte della Commissione di vigilanza competente.

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