Autonomia: entro l'autunno la nuova richiesta del Piemonte

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La nuova richiesta della Regione Piemonte sull’autonomia differenziata sarà pronta entro l’autunno, dopo essere stata concordata punto per punto con il Consiglio regionale.

Al termine di riunione di studio e di lavoro su questo tema, svoltasi il 24 luglio a Torino (guarda le immagini) con la partecipazione del presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, dell’assessore all’Autonomia della Regione Lombardia, Stefano Bruno Galli, e di esperti dell’Università di Torino, dell’Università del Piemonte orientale e di Ires Piemonte, il presidente Alberto Cirio ha comunicato che “abbiamo ereditato una proposta timida nei contenuti e nel metodo, ma adesso vogliamo imprimere alle nostre richieste più forza e velocità e portare questo tema al primo posto dell'agenda, perchè l'autonomia è responsabilità, non egoismo, è maggiore efficienza, e può liberare risorse da investire in nuovi servizi. Alle 13 materie chieste attualmente ne aggiungeremo di nuove. Solo per fare due esempi: l’innovazione e la ricerca, ma anche il commercio internazionale. Non copieremo le richieste delle altre Regioni, perché il Piemonte ha esigenze diverse e di conseguenza ha bisogno anche di un’autonomia diversa. Ma sfrutteremo tutte le possibilità consentite dalla nostra Costituzione per ottenere un’autonomia non solo differenziata, ma anche potenziata”

Nei prossimi giorni, con il supporto dell’Ires, si metteranno a frutto le considerazioni emerse dalla riunione per predisporre una nuova versione del documento. Poi si procederà secondo un cronoproramma annunciato dallo stesso Cirio: “Il 5 agosto andremo in Conferenza dei capigruppo per condividere il metodo che intendiamo seguire e nella Giunta del 9 agosto faremo una prima adozione del nuovo testo, che sarà aperto alle modifiche della specifica Commissione consiliare sull’Autonomia che verrà istituita a giorni dal presidente Allasia. Una volta condiviso, il documento tornerà in Giunta per l’approvazione finale e la trasmissione a Roma, al più tardi entro l’autunno, in modo da raggiungere Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Da quel momento partirà una azione in parallelo, che vedrà la Giunta a Roma a trattare con il Governo e la specifica Commissione del Consiglio regionale confrontarsi in Piemonte con gli enti locali, condividere ogni passaggio e socializzare al massimo questo percorso su cui si gioca il futuro della nostra regione”.

Non bisogna solo guardare a Lombardia e Veneto - ha aggiunto Allasia - È nostra intenzione costituire una Commissione permanente ad hoc per valutare la forma migliore di autonomia. Non possiamo più perdere tempo, i cittadini non capirebbero. Il Piemonte ha bisogno di autonomia”.

L’assessore Galli ha precisato che “quella dell’autonomia differenziata è una strada complessa. Dal 2001 ci sono stati vari tentativi di alcune Regioni per ottenere più margini di autonomia, ma nessuno è mai riuscito ad arrivare fino in fondo. Non esiste una legge attuativa del terzo comma dell’art. 116 della Costituzione e, quindi, è importante che tutti coloro che si sono battuti in prima linea, a cominciare da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, condividano il loro percorso con chi intende seguire la medesima strada. Siamo felici - ha proseguito - che il Piemonte si unisca in modo così deciso alla nostra battaglia, perché aumenta la massa critica per arrivare all’autonomia. Il risultato di certe fratture oggi è frutto del regionalismo ordinario e la ricomposizione di queste fratture passa per la ‘federoregionalizzazione’. Dare più autonomia ai territori è alla base della crescita. La battaglia non è semplice e per questo è fondamentale coinvolgere in modo forte l’opinione pubblica in questo dibattito, che è uno dei temi più caldi  nell’agenda attuale  di Governo. L’autonomia è la sfida della responsabilità e dell’efficienza”.

Attualmente la Costituzione italiana prevede che le Regioni possano chiedere particolari forme di autonomia su 3 materie esclusive (ambiente; tutela e valorizzazione dei beni culturali; giustizia di pace) e su 20 materie di legislazione concorrente (rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione dell’istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale). 

 

 

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