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“Un regalo che facciamo ai cittadini piemontesi”: il presidente della Regione, Alberto Cirio, ha definito così il voto favorevole espresso il 19 dicembre dal Consiglio regionale sulla delibera per l’autonomia differenziata.
“Nessun trionfalismo, ma è un passo importante di cui siamo felici in quanto abbiamo mantenuto una velocità molto rapida e abbiamo recuperato il tempo di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, che era il primo dei nostri impegni elettorali - ha commentato Cirio appendendo simbolicamente all'albero di Natale allestito nel cortile di Palazzo Lascaris un dossier bianco con coccarda rossa e oro contenente il testo del provvedimento insieme al presidente dell’assemblea, Stefano Allasia – L'autonomia differenziata è uno strumento per dare risposte migliori ai cittadini e darà anche maggiore responsabilità agli amministratori”.
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Ripercorrendo il cammino che ha portato al voto, il presidente Cirio ha ricordato che “il 9 agosto abbiamo approvato in Giunta la delibera che ampliava le materie richieste rispetto a quella della precedente amministrazione, l’abbiamo trasmessa al Consiglio e abbiamo permesso ai consiglieri di poter dare il proprio contributo in modo trasparente e partecipativo, si svolte le audizioni e provveduto a tutti i passaggi. Devo ringraziare tutta la maggioranza che ha messo testa, passione e impegno su questa delibera, ma anche tutte le forze dell'opposizione, hanno dimostrato di voler entrare nel merito e soprattutto di non porre ostacoli di tipo ostruzionistico”.
Nell’intervento introduttivo svolto in aula il 17 dicembre, quando è iniziato l’esame della delibera, il presidente ha voluto ribadire alcuni concetti. Innanzitutto che “l'autonomia che rivendichiamo è in attuazione della Costituzione, non in attuazione di un manifesto propagandistico di tipo politico o partitico, e non intende tradire la tradizione di solidarietà della nostra Regione. Perché, come ho detto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella con grande orgoglio, il Piemonte ha fatto l'Italia, qui c'è stato il primo Parlamento, e non abbiamo nessuna intenzione di disfarla e neanche di tradire l'eredità sempre costante dei Santi sociali e della solidarietà, che ci rende gloriosi in tutta Italia e nel mondo. Però per essere solidali bisogna stare bene, e l'autonomia aiuterà il Piemonte a stare bene". Poi aveva puntualizzato che “abbiamo recuperato un anno e mezzo di tempo perché abbiamo ereditato dalla precedente amministrazione una posizione che abbiamo definito timida ma che abbiamo voluto mantenere. Siamo partiti dalla delibera che c'era e l'abbiamo arricchita degli elementi concernenti soprattutto il commercio estero, l'innovazione, la scuola e il governo del territorio. Questa è la ragione per cui in sei mesi siamo stati pronti e ora potremo incardinare la trattativa con Roma insieme a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna".
La delibera chiede di trasferire competenze dallo Stato alla Regione Piemonte sulle seguenti materie: governo del territorio, beni paesaggistici e culturali; protezione civile e infrastrutture; tutela del lavoro, istruzione tecnica e professionale, istruzione e formazione professionale e istruzione universitaria; tutela della salute; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; ambiente; rapporti internazionali e con l’Unione europea; commercio con l’estero; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; organizzazione della giustizia di pace; protezione della fauna e dell’esercizio dell’attività venatoria; ordinamento sportivo; produzione, trasporto e distribuzione dell’energia; alimentazione; politiche di sviluppo e promozione delle aree montane.