Audizione di Unità di Crisi e Dirmei

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Sanità
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Foto Ansa
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Sono stati numerosi i temi che i vertici dell’Unità di Crisi e del Dirmei hanno trattato nel corso della seduta della Commissione Sanità del Consiglio regionale.

Tra le risposte fornite da Antonio Rinaudo, commissario dell’Area giuridico-amministrativa dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte,Gian Luca Vignale, Capo di Gabinetto del presidente Cirio, Pietro Presti, consulente strategico del presidente Cirio per l’emergenza Covid, Gianfranco Zulian, responsabile Settore Emergenza Covid dell’Assessorato alla Sanità, è stato affermato che:

- vengono segnalati all’Autorità giudiziaria e ai Nas tutti i casi di “furbetti” del vaccino’ di cui viene a conoscenza;

- l’attività vaccinale continua anche per il personale medico-sanitario che all’inizio della campagna non intese ricevere il vaccino;

- a breve sarà raggiunto l’obiettivo delle 20.000 somministrazioni giornaliere, che costituisce un punto di partenza e non di arrivo, in quanto la Regione ha deciso di far proprio il principio di somministrare il maggior numero di dosi possibili nel minor tempo possibile;

- la fornitura di 500.000 dosi giornaliere a livello nazionale è per ora un annuncio giornalistico e il Piemonte ha indicazioni puntuali, di settimana in settimana, sulle consegne imminenti”;

- al momento oltre 800 medici di medicina generale si sono dichiarati disposti a vaccinare nei centri allestiti dalle Asl e circa 450 medici hanno dato disponibilità a vaccinare nel proprio studio gli over75;

- uno dei limiti che trattiene il personale medico e sanitario in quiescienza dall’aderire alla campagna vaccinale è il fatto che, venendo a percepire una retribuzione, si vedono sospendere l’erogazione della pensione;

- tutti i carcerati che rientrano nelle varie categorie vengono vaccinati come tutti gli altri cittadini;

- l’operatore medico-sanitario che abbia rifiutato il vaccino e risulti aver causato un focolaio nella struttura in cui opera potrebbe rischiare di essere demansionato perché privo dei requisiti per operare in sicurezza:

Nella fase attuale della pandemia l’età media dei ricoverati è molto più bassa delle precedenti e va tra i 50 e i 70 anni, con casi di soggetti tra i 30 e i 40 anni. Molti casi sono ricoverati in sub-intensiva, quindi con un’elevata intensità di cure che si traduce in una forte pressione sugli ospedali.

I posti in terapia intensiva che il sistema sanitario regionale può mettere in campo per rispondere all’emergenza sono attualmente 774: ai 327 strutturali e agli ulteriori 287 provvisori che gli ospedali sono stati in grado di allestire già durante la prima ondata, vanno infatti aggiunti i 160 posti garantiti dalla Regione, che ha provveduto tramite una procedura d’urgenza bandita da Scr all’acquisto delle attrezzature necessarie. Il piano prevede ulteriori posti letto, che al momento, salvo poche eccezioni, sono però ancora a livello progettuale, a causa di una serie ritardi, non imputabili alla Regione, che hanno reso disponibili i finanziamenti da gennaio-febbraio.


 

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