Assunzione di 1500 specializzandi negli ospedali del Piemonte

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Per colmare l’annosa carenza di medici negli ospedali, la Regione Piemonte e le Università di Torino e del Piemonte orientale hanno raggiunto un accordo che punta a favorire l’assunzione degli specializzandi e prevede incentivi economici per chi sceglierà di svolgere il tirocinio negli ospedali più periferici e nelle discipline per le quali c’è maggiore necessità.

In questo modo il Piemonte, tra le prime Regioni in Italia, riconosce un rimborso spese parametrato alla distanza tra l’ospedale scelto e la sede della Scuola di specializzazione (Città della Salute di Torino, Maggiore della Carità di Novara e San Luigi di Orbassano) che può arrivare a 800 euro netti al mese, oltre a incentivi per le specialità su cui c’è carenza di personale. L’operazione potrebbe coinvolgere 1500 specializzandi ed è finanziata con 5 milioni di euro.

A firmare l’accordo sono stati il presidente della Regione Alberto Cirio, l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi ed i rettori dell’Università di Torino Stefano Geuna e del Piemonte orientale Gian Carlo Avanzi, nell’ambito della riunione dell’Osservatorio per il personale della Sanità a cui hanno partecipato anche Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Fials, Nursind, Nursing Up in rappresentanza del personale del comparto, e i sindacati della dirigenza medica Anaao, Cimo, Fassid, Fvm, Aaroi Emac, Anpo, Fesmed, Cigl medici, Cisl medici e Uil medici, oltre ad Azienda zero e alle aziende sanitarie regionali.

All’assunzione degli specializzandi in sanità, prevista dalla norma nazionale, si aggiunge un’intesa straordinaria a cui ha lavorato l’assessorato alla Sanità insieme alle Università e alle Scuole di Medicina valida per 24 mesi. Il reclutamento degli specializzandi avverrà dal secondo anno del corso di formazione specialistica, in base alla normativa vigente che garantisce la possibilità di svolgere il proprio tirocinio all’interno delle strutture della propria rete formativa e anche all’esterno della rete per un periodo massimo di 18 mesi.

«La carenza dei medici è un problema che coinvolge tutta Italia e, anche in accordo con i sindacati, la Regione ha condiviso l’opportunità di assumerli all’interno dei nostri ospedali. Ora il Piemonte fa un passo in più e, con questo accordo, dà una risposta pragmatica e operativa, ovvero applica un sistema di incentivi economici per favorire l’ingresso degli specializzandi nei nostri ospedali e portarli anche in quelle strutture, magari più periferiche, dove abbiamo più difficoltà a reclutare personale medico», ha osservato il presidente Cirio.

L’assessore Icardi ha puntualizzato che «è fondamentale che il prezioso supporto degli specializzandi sia disponibile ovunque in Piemonte, soprattutto negli ospedali più distanti dalle sedi indicate come formative e dove si riscontra maggiore necessità di medici. Il criterio delle pari opportunità nello sviluppo della medicina ospedaliera si conferma prioritario e alla base della programmazione sanitaria del Piemonte».

«L’intesa - ha dichiarato il rettore Geuna - rappresenta un altro passo fondamentale per un coinvolgimento sempre più armonico e funzionale degli specializzandi della Scuola di Medicina nel sistema sanitario regionale. Si tratta di un’operazione complessa e non banale, perché tiene insieme la formazione di alto livello degli specializzandi, la loro realizzazione sul piano professionale e l’erogazione di prestazioni sanitarie adeguate. Questa programmazione a lungo termine, in sinergia con la Regione Piemonte, contribuirà ancora di più a rendere gli atenei piemontesi centri di formazione di eccellenza per futuri medici e professionisti in ambito sanitario».

Per il rettore Avanzi «è certamente un primo passo verso una maggiore capillarità nella distribuzione degli specializzandi e consentirà una loro maggiore fidelizzazione, poiché il periodo di formazione trascorso potrà rappresentare un incentivo a fermarsi successivamente in tali ospedali».

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Le varie fasce

Sono considerati ospedali di fascia 1, con alta priorità, dove si registrano le più alte necessita di medici quelli delle Asl CN1, ASLCN2, ASL NO, ASL VCO, ASL VC, ASL BI. ASL AL, ASL AT, ASL TO4, ASL TO5.

Gli ospedali di fasca 2, con media priorità, sono quelli delle Asl Città di Torino e TO3 e delle aziende ospedaliere Mauriziano di Torino, SS.Antonio e Biagio e C. Arrigo di Alessandria, S. Croce e Carle di Cuneo.

Analoghe fasce di priorità, in base alle esigenze, sono state individuate anche per le specialità, con la possibilità di modificarle in maniera dinamica in base alle esigenze emergenti. Sono di fascia 1 quelle per cui c’è più richiesta di specializzandi, quindi con priorità alta, e di fascia 2 quelle per cui la priorità è media.

In particolare sono state individuate 16 specialità di fascia 1 ad alta priorità: allergologia e immunologia clinica, anatomia patologica, anestesia rianimazione terapia intensiva e del dolore, malattie dell’apparato cardiovascolare, dermatologia e venereologia, malattie dell’apparato digerente, ginecologia e ostetricia, medicina di emergenza urgenza, medicina interna, medicina legale, neurologia, oftalmologia, oncologia medica, ortopedia e traumatologia, pediatria, radiodiagnostica.

Altre 29 specialità sono state inserite in fascia 2 a media priorità: audiologia e foniatria, cardiochirurgia, chirurgia generale, chirurgia maxillo facciale, chirurgia toracica, chirurgia vascolare, ematologia, endocrinologia e malattie del ricambio, genetica medica, geriatria,  igiene e medicina preventiva, malattie infettive, malattie dell’apparato respiratorio, medicina fisica e riabilitativa, medicina del lavoro, medicina dello sport, medicina nucleare, microbiologia e virologia, nefrologia, neurochirurgia, neuropsichiatria infantile, otorinolaringoiatria, patologia clinica, psichiatria, radioterapia, reumatologia, scienza dell’alimentazione, statistica sanitaria e biometria e urologia.

L’internalizzazione

Durante la riunione si è fatto anche il punto sui piani di internalizzazione: l’accordo siglato con i sindacati prevedeva infatti che entro la fine del 2024 le aziende sanitarie internalizzassero il 20 per cento degli attuali servizi assegnati all’esterno, ovvero 27,2 milioni su una cifra complessiva di 136 milioni di euro all’anno.

Nel 2023 le aziende sanitarie hanno completato progetti di internalizzazione per 20,6 milioni di servizi, generando un risparmio su base annua di 4,9 milioni e 305 assunzioni di personale sanitario. Per il 2024, si lavora su ulteriori 40,7 milioni di servizi esternalizzati che, internalizzati, prevedono un risparmio previsto di 15,4 milioni e 419 assunzioni di personale sanitario. Questi numeri consentono già oggi di dire che l’obiettivo del 20 per cento è centrato al 100 per cento, e alla fine del 2024 la quota di servizi internalizzati sarà di 61,4 milioni di euro, quasi il 50 per cento del totale.

Le assunzioni

L’Osservatorio ha condiviso lo stato di avanzamento del piano che prevede entro la fine del 2024 2.000 persone in più nella sanità piemontese, al netto del turn over.

Dall’ultimo aggiornamento disponibile risulta che al 31 gennaio 2024 lavoravano nella sanità piemontese 915 professionisti in più rispetto a gennaio 2023, di cui 750 del comparto, 149 di dirigenza medica e 16 di dirigenza amministrativa.

Per quanto riguarda il personale del comparto questi numeri sono comprensivi di contratti a tempo indeterminato e determinato: le procedure concorsuali attualmente in essere consentiranno alle aziende sanitarie di contrattualizzare a tempo indeterminato. In particolare, l’11 marzo inizieranno le prove orali per 2113 idonei del concorso per titoli ed esami indetto da Azienda Zero per 226  infermieri da assumere subito a tempo indeterminato, con possibilità di scorrimento di ulteriori posti in graduatoria.

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