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Il Consiglio regionale ha approvato nel tardo pomeriggio del 12 marzo il bilancio di previsione 2019-2021.
Il documento vede nell'esercizio finanziario 2019 entrate e spese di competenza per oltre 19 miliardi e 18,5 di cassa, dei quali quasi 11 per la sanità. L'operazione sui derivati dovrebbe comportare un risparmio di 185 milioni spalmati fino al 2036. Concordata con il Ministero dell'Economia, libera risorse che consentono anche di allargare sensibilmente la platea degli aventi diritto agli assegni di cura, portando la dotazione degli extra Lea da 53 a 73 milioni. Tra gli investimenti si segnalano 30 milioni per il Manufacturing technology center dedicato al trasferimento tecnologico e dell'innovazione della ricerca al sistema produttivo, oltre 40 milioni per il turismo della neve con i quali si sono garantite agli operatori anche le annualità tralasciate negli anni precedenti all’attuale amministrazione, le risorse per garantire la borsa di studio a tutti gli studenti universitari che ne hanno diritto.
Prima della votazione finale il presidente Sergio Chiamparino ha dichiarato che “le operazioni che abbiamo messo in campo non sono state decise per far fare bella figura a noi, ma per consentire a chi verrà dopo di trovare conti più in ordine di come noi li abbiamo trovati”, ha rivendicato “una strategia che ha saputo coniugare il rigore amministrativo con una visione strategica del futuro per ridare certezze ad una situazione di bilancio assai compromessa”, ed ha ricordato il percorso “di risanamento lungo e doloroso” che ha portato il debito della Regione Piemonte da 3,250 miliardi a scendere di quasi un miliardo. “Al netto della sanità - ha precisato - se metto insieme gli investimenti impostati posso dire che abbiamo superato in questi anni 800 milioni di euro in tutti i campi, dal sostegno allo sviluppo all’assetto idrogeologico. Se poi aggiungiamo gli investimenti strategici siamo intorno a un altro miliardo di euro”.
Infine, il presidente si è detto “pronto ad ammettere che abbiamo anche fatto errori di valutazione. Per esempio, su Finpiemonte ci siamo sbagliati a valutare che la struttura societaria fosse in grado di reggere una sfida importante, anche giusta in sé”.