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- Lavoro
Entro il 2023 saranno necessari tra i 239.000 e i 289.000 nuovi occupati per soddisfare le esigenze produttive delle imprese e della pubblica amministrazione piemontese. Infatti, pur in un contesto economico di crescita economica contenuta, occorrerà affrontare il naturale turnover sul mercato del lavoro che da solo determinerà oltre l’81% del fabbisogno (216.000 lavoratori nel quinquennio). La crescita economica, d’altra parte, potrà al massimo generare, a seconda della sua intensità e in maniera molto differenziata nei diversi settori, una quota di nuovi posti di lavoro che va dalle 26.700 alle 72,600 unità. Pertanto, per adottare politiche attive in tema di lavoro è sempre più necessario avere a disposizione informazioni di dettaglio utili alle azioni di incontro tra domanda e offerta di competenze.
Sono i risultati della ricerca che Unioncamere, Ires e Regione Piemonte hanno commissionato per indagare i futuri fabbisogni occupazionali e che è stata presentata durante il convegno “Anticipare il lavoro che verrà. Un modello per stimare i fabbisogni professionali futuri: i risultati del Piemonte”, tenutosi l’11 dicembre al Centro congressi Torino Incontra.
“Lo studio - commenta l’assessore regionale all'Istruzione, Formazione, Lavoro, Elena Chiorino - rappresenta per la Regione Piemonte un contributo nuovo e importante per la programmazione delle attività di istruzione e formazione e per l'orientamento professionale, in particolare dei giovani. Lo scenario delineato conferma l'urgenza di imprimere nuovo slancio al sistema piemontese colmando i problemi esistenti tra domanda e offerta di lavoro, migliorando i risultati di apprendimento degli studenti e aiutando le imprese nel processo di adeguamento ai nuovi mercati. In particolare con la prossima programmazione europea sarà fondamentale focalizzare le misure su un forte orientamento al risultato, mirando ad una maggiore integrazione delle politiche e alla concentrazione delle risorse su priorità fondamentali: le famiglie, le imprese, i lavoratori disoccupati, i giovani e le donne”.