Al via in Piemonte i test rapidi per il Coronavirus

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In Piemonte inizia da subito l’utilizzo dei test rapidi per individuare le persone positive al Coronavirus: a renderlo noto è stato il presidente della Regione, Alberto Cirio, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche gli assessori alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, e alle Politiche sociali, Chiara Caucino, e il commissario dell’area Giuridico-Amministrativa dell’Unità di Crisi, Antonio Rinaudo.

La dotazione complessiva è di 2,4 milioni di pezzi, frutto di una gara indetta in estate insieme alla Regione Veneto: 1 milione è stato già acquistato (600.000 dal Dirmei e 400.000 dalle aziende sanitarie), il resto è stato già ordinato.

Federfarma Piemonte sta lavorando per risolvere le ultime questioni tecnico-amministrative necessarie per consentire ai piemontesi di prenotare i test rapidi per il Covid-19 direttamente in farmacia ed ha assicurato alla Regione di concluderle entro questa settimana, dopo che nei giorni scorsi ha trasmesso una circolare informativa a tutti i suoi associati.

 

Continua intanto la distribuzione dei test da parte della Regione, che sta fornendo alle aziende sanitarie regionali quelli per i 55.000 ospiti e operatori delle Rsa. Venerdì 23 ottobre i test senza strumento (a saponetta) ordinati dalle Asl erano 354.475, di cui 132.815 già in giacenza; quelli antigienici con ausilio strumentale alla lettura in consegna erano 237.591, di cui 49.511 già in giacenza. A questi si aggiungerà la prima fornitura di 600.000 test acquistati dalla Regione, che distribuita alle Asl nelle prossime settimane.

“Saranno impiegati - ha illustrato il presidente Cirio - per testare casi sospetti di Covid, negli ospedali e nei pronto soccorso, per screening nelle scuole e nella Rsa e residenze per anziani, oltre che sul personale sanitario, sulle forze dell’ordine, negli uffici giudiziari e nelle Prefetture. Se qualcuno risulterà positivo entrerà in isolamento e sarà sottoposto al tampone molecolare per la conferma della positività, con tempi più veloci perché il sistema dei laboratori, grazie ai test rapidi, dovrà analizzare meno tamponi. Chi otterrà esito negativo potrà invece riprendere la sua normale attività e il risultato sarà inserito sulla piattaforma Covid. Posso dire con orgoglio che siamo tra le prime Regioni in Italia ad aver predisposto un programma così strutturato”.

Il test rapido prenotato in farmacia avrà un costo fra i 30 e i 45 euro e verrà effettuato da un infermiere al domicilio. Si può annche rivolgersi ai laboratori pubblici e privati riconosciuti dalla Regione.

La particolare attenzione dedicata alle Rsa e residenze per anziani "è un lavoro di cui sono orgoglioso – ha dichiarato il presidente Cirio – che ha ottenuto l’assenso delle rappresentanze datoriali e costituisce l’ossatura di questo piano, insieme alla scuola, per la parte pubblica: fino alla fine di gennaio ogni 15 giorni ospiti e dipendenti di ogni struttura saranno sottoposti al test rapido, grazie al supporto operativo dei distretti sanitari e della Protezione civile”.

“In questi mesi, fra la prima fase acuta e l'attuale recrudescenza, il mio Assessorato ha continuato il proprio lavoro all'interno dell'Osservatorio regionale sulle RSA e delle cabine di regia territoriali, mantenendo alta l'attenzione verso le strutture - ha dichiarato Caucino - Ringrazio il presidente per la sensibilità dimostrata rispetto a coloro che costituiscono l'anello debole della catena e ai quali dobbiamo offrire il massimo supporto. La Regione manterrà alto il livello di guardia e questa modalità di screening conferma tale volontà. Questo piano, che prevede test rapidi quindicinali nelle oltre 800 case di riposo piemontesi, permetterà di avere un monitoraggio puntuale su ospiti e personale, consentendo anche di rassicurare i famigliari degli anziani circa lo stato di salute dei propri cari".

L’assessore Icardi ha invece affermato che “si sta chiudendo anche un accordo per dare ad ogni medico la possibilità di effettuare, a spese del sistema sanitario regionale, il test rapido in studio, in ambulatori distrettuali, nelle Case della Salute o negli ambulatori aggregati”.

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