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La Regione Piemonte sta predisponendo un Piano straordinario per sostenere i pronto soccorso degli ospedali, che verrà presentato martedì 20 dicembre dal presidente Alberto Cirio e dall’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi.
Per fare il punto sulle azioni che la Regione intende mettere in campo nell’immediato e nel medio-lungo periodo si è svolta questa mattina una riunione del gruppo di lavoro voluto dal presidente Cirio, di cui fanno parte i vertici di Azienda Zero, una rappresentanza dei direttori dei pronto soccorso e il presidente di Simeu Piemonte, la Società italiana medicina d’emergenza-urgenza.
"Come per le liste d’attesa, parliamo di uno dei problemi che in sanità si trascinano da moltissimi anni e che la pandemia ha ulteriormente aggravato”, ricorda l’assessore Icardi, che fa poi presente che “tra le priorità c’è innanzitutto quella di sostenere il personale. Stiamo sollecitando interventi nazionali che consentano di intervenire sulla carenza di urgentisti e incentivare chi fa la scelta importante di lavorare in un pronto soccorso. La Regione Piemonte farà la sua parte, ed entro gennaio il provvedimento che abbiamo approvato per portare a 100 euro all’ora il valore delle prestazioni aggiuntive dei nostri medici in pronto soccorso diventerà legge”.
Sempre da gennaio, la Regione Piemonte trasferirà alle aziende sanitarie le risorse sbloccate a Roma in Finanziaria per retribuire il lavoro relativo ai certificati Inail, emessi prevalentemente dai medici di pronto soccorso. Circa 4,5 milioni di euro per l’attività svolta dal 2019 al 2021.
Per quanto riguarda invece gli specializzandi reclutati con il cosiddetto “decreto Calabria”, l’Assessorato alla Sanità invierà a breve una nota alle aziende sanitarie per precisare che è possibile attivare in questo caso contratti a tempo determinato di tre anni, che diventano in automatico a tempo indeterminato non appena conseguita la specializzazione.
Tra le altre priorità su cui il gruppo di lavoro sta predisponendo azioni da attuare in modo immediato c’è l’urgenza di alleggerire l’attesa del ricovero in reparto, aumentando i posti di degenza, favorendo le dimissioni dei pazienti a bassa intensità nella rete territoriale e potenziando la sinergia ospedale-territorio.