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Prima nessuna risposta, a fronte di una richiesta formale (l’ennesima, in un anno esatto) risalente ormai a venti giorni fa. Ora il silenzio ancora più assordante, dopo i blitz delle Fiamme Gialle che, come hanno riportato i media, avrebbero eseguito perquisizioni e sequestri a Riva presso Chieri - ma anche in Lombardia - nei confronti dei quattro titolari di cariche societarie e di un consulente di Ventures, la società che nel 2018 aveva stretto un accordo con Whirlpool per rilanciare il sito piemontese, forte anche della «benedizione» dell’ex ministro Carlo Calenda.
Per l’azienda, che nelle intenzioni dei soci avrebbe dovuto diventare un polo d’eccellenza per l’assemblaggio di dispositivi ad alto contenuto tecnologico, sarebbe anche stata depositata istanza di fallimento. In tal caso i lavoratori rischierebbero di rimanere senza alcun supporto economico, venendo meno la cassa integrazione per riorganizzazione che non potrebbe nemmeno essere rinnovata. Il che significherebbe un vero e proprio disastro sociale, considerando che le maestranze interessate sono oltre 400.
Una situazione che l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, ritiene inaccettabile. Per questo, con un’altra lettera, Chiorino ha chiesto oggi al Governo di fare tutto quanto necessario e doveroso, convocando immediatamente il tavolo di crisi.
Ricordando a Patuanelli le responsabilità dei precedenti Governi, Chiorino ha chiesto quindi che l’attuale Esecutivo intervenga finalmente con efficacia per mettere in sicurezza i lavoratori e rilanciare la produzione: «E’ ormai evidente - spiega Chiorino - che la situazione si sia incagliata, anche a seguito del contenzioso legale in corso tra la Ventures e la Whirlpool in merito ai fondi dell’accordo di escrow». «I lavoratori - ha scritto Chiorino - non possono essere ostaggio degli esiti di tale contenzioso e che le parti non possono ritenere, soprattutto Whirlpool, di esimersi dall’essere parte in causa adducendo queste motivazioni. Neanche le Istituzioni possono tirarsi indietro o, peggio, restare a guardare».
«Attendiamo ora una risposta immediata - conclude Chiorino -. La Regione si è sempre spesa con tutti gli strumenti a sua disposizione, a marzo ha anche chiesto la messa in mora dell'azienda ed è disposta a fare la sua parte fino in fondo. Occorre però che chi ha contribuito in questi anni con atteggiamenti sfumati, sfuggenti e ondivaghi, all’incancrenirsi di questa situazione si attivi, una volta per tutte, dimostrando la volontà di risolvere efficacemente questa annosa vertenza. Pretendendo, innanzitutto, che tutte le parti interessate, nessuna esclusa, si siedano al tavolo e che insieme individuino una soluzione definitiva per una vicenda nata male e che rischia di finire in modo drammatico».