Un fumetto per raccontare il dramma della deportazione. Il progetto di alternanza Scuola-Lavoro al Primo Liceo Artistico di Torino

Tema
Lavoro
Data comunicato

Trasmettere la memoria della Seconda guerra mondiale alle nuove generazioni grazie al linguaggio del fumetto: è l’obiettivo del progetto di alternanza scuola-lavoro che coinvolgerà gli studenti delle classi III B e IV B, indirizzo Arti figurative, del Primo Liceo Artistico di Torino.

 

Divisi in gruppi di lavoro e coordinati dai docenti di Storia, Patrizia Fazzi, e di Discipline pittoriche, Giuseppe Stassi, gli studenti saranno impegnati nella realizzazione di una graphic novel a partire dal romanzo storico di Monica Dogliani e Andrea Ronchetti “La contabilità del diavolo”, pubblicato nel 2016.

 

Seguiti da un tutor d’eccezione, lo sceneggiatore Pasquale Ruju, che dal 1995 fa parte del gruppo di autori di Dylan Dog, i ragazzi e le ragazze del liceo artistico trasformeranno la narrazione storica in fumetto, rifletteranno sulle drammatiche vicende dei personaggi, intrecceranno le loro esistenze e ne seguiranno gli itinerari: dal ghetto di Łódź al campo di sterminio di Auschwitz, dalle strade del Lager alla complessa quanto controversa “via dei ratti”, un sistema di vie di fuga attraverso il quale criminali di guerra nazisti e collaborazionisti fuggirono, soprattutto verso l’America Latina. Per la stesura dello storyboard, inoltre, gli studenti saranno direttamente coinvolti nella ricerca di documenti, fonti visive, archivistiche e iconografiche, che offriranno gli spunti necessari per trasformare in chiave figurativa la trama del romanzo e, al tempo stesso, manterranno viva la memoria di questo tragico periodo storico.

 

Il progetto è stato lanciato nel corso di una conferenza stampa nel Palazzo della Regione Piemonte, alla presenza dell’assessora regionale all’Istruzione, Gianna Pentenero, della scrittrice e direttrice della casa editrice torinese Montauk Edizioni, che contribuirà alla pubblicazione del fumetto, Monica Dogliani, dello sceneggiatore Pasquale Ruju e dei docenti e studenti del Primo Liceo Artistico di Torino.

 

Penso sia importante – ha spiegato l’assessora Pentenerofar conoscere questa iniziativa, che rappresenta una delle tante buone prassi di un sistema di alternanza scuola-lavoro che nella nostra regione vanta numerose esperienze eccellenti. In questo caso, il valore del progetto è doppio: da una parte ha il merito di consentire ai giovani artisti di cimentarsi in modo concreto con tutte le fasi di produzione di una graphic novel, dall’altra di veicolare l’apprendimento della storia attraverso un linguaggio espressivo senza dubbio stimolante e coinvolgente”.

 

Abbiamo deciso – ha sottolineato Giuseppe Stassi, docente di Discipline pittoriche al Primo Liceo Artistico – di collaborare al progetto proposto da Monica Dogliani perché crediamo nell’efficacia espressiva del fumetto e riteniamo che possa diventare uno strumento di narrazione anche dei grandi temi della storia. Per far sì che le nuove generazioni possano essere direttamente coinvolte nello studio del passato, abbiamo pensato di intervenire sul metodo d’insegnamento, proponendo un incontro creativo tra immagine, parola e fonte storica”.

 

È molto importante, oggi più che mai – ha spiegato lo sceneggiatore Pasquale Ruju –, che i ragazzi si avvicinino alla lettura e alla scrittura. È importante che conoscano gli strumenti della narrazione, di cui il fumetto è solo uno degli esempi, perché un domani possano fruirne e magari anche crearne di proprie con la consapevolezza necessaria. A questo scopo, come professionista, sarò più che felice di dare il mio contributo”.

 

L’arte visiva aiuta ad apprendere – ha aggiunto la scrittrice Monica Dogliani –. L’unione di due forme espressive è rivolta sia ai ragazzi sia agli adulti. Il graphic novel è il medium adeguato per raccontare ciò che spesso va al di là del campo delle parole, come le emozioni. La trasposizione de ‘La contabilità del diavolo’ in fumetto stimola i giovani sceneggiatori e disegnatori a confrontarsi sicuramente con il passato, ma anche con il proprio mondo interiore e ad acquisire competenze sociali a favore di un’empatia verticale che attraversa quasi ottant’anni di storia umana”.