- Tema
- Sanità
- Data comunicato
«Vedo che il dibattito sul ruolo dei privati nella Sanità sta generando una serie di sciocchezze che rischiano di inquinare il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati, soprattutto quando a parlare sono sindaci, rappresentanti istituzionali e delle associazioni sindacali. Deve essere chiaro che in Piemonte nessuno chiederà mai la carta di credito a chi si presenta per essere curato in un Pronto Soccorso. Il servizio reso dai privati, come nel caso dell’ospedale Gradenigo di Torino, è e sarà sempre gratuito. E’ mio dovere, come assessore, garantire l’erogazione delle prestazioni di Pronto Soccorso anche con l’attuale carenza di medici pubblici. Non si tratta di far pagare il servizio, ma di mantenerlo. Quando è necessario, non vedo cosa ci sia di scandaloso nel valutare l’ipotesi di affidare ai privati già convenzionati un servizio che il pubblico non riesce più a garantire, naturalmente nel rispetto dei criteri e dei controlli sull’appropriatezza delle prestazioni. Ragioniamo sui costi e sulle modalità, peraltro ben inquadrati dalle normative nazionali, ma non lasciamoci condizionare da pregiudizi ideologici che non hanno motivo di esistere, perchè è il pubblico a dettare le condizioni al privato e non viceversa. Insinuare il contrario, lasciando intendere che la Sanità piemontese va verso una deriva privatistica selvaggia e dispendiosa è disonesto verso il cittadino, che ha diritto a un Pronto Soccorso sempre aperto ed efficiente, pubblico o privato che sia, che non deve essere chiuso».
Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, in merito alle polemiche di questi giorni sull’ipotesi di affidare ai privati il servizio di Pronto Soccorso in talune realtà territoriali.