Reddito di cittadinanza, Pentenero e Ferrari: “siano coinvolte le Regioni”

Tema
Diritti e politiche sociali
Data comunicato

“La bozza di decreto sul reddito di cittadinanza che circola in questi giorni suscita enormi perplessità”. A dirlo sono gli assessori della Regione Piemonte al Lavoro, Gianna Pentenero, e alle Politiche sociali, Augusto Ferrari che aggiungono: “Innanzitutto troviamo stupefacente che le Regioni, che come noto nelle politiche attive del lavoro e nelle politiche sociali esercitano funzioni importanti, non siano nemmeno citate nel testo e in ogni caso non siano state minimamente coinvolte nella gestazione del provvedimento. Entrando nelle questioni di merito, ci chiediamo come sia possibile, ad esempio, pensare che nel giro di pochi mesi siano create due nuove piattaforme informatiche, una per il coordinamento dei centri per l’impiego, nell’ambito del sistema informativo delle politiche del lavoro, l’altra per il coordinamento dei comuni, nell’ambito delle politiche sociali, che dovrebbero ricevere dall’Inps tutti i dati identificativi dei nuclei famigliari ed essere in grado di dialogare efficacemente tra loro. Un’operazione non proprio semplice, che pare irrealistico possa essere messa in piedi in un arco temporale così ridotto.

Allo stesso modo ci viene difficile credere che i centri per l’impiego, che per svolgere a pieno il loro ruolo, anche indipendentemente dal reddito di cittadinanza, avrebbero bisogno di quel rafforzamento, annunciato da mesi e rimasto per ora sulla carta, dal mese di aprile possano essere dotati di tutti gli strumenti, materiali e immateriali, necessari a diventare il fulcro della nuova misura. Lascia perplessi anche l’istituzione dei cosiddetti navigator, di cui ci piacerebbe conoscere il profilo professionale e per la cui assunzione, ci chiediamo in base a quali criteri, sono stanziati 250 milioni di euro”.

“Una misura universale di sostegno alla povertà esiste già - dichiarano ancora Pentenero e Ferrari - ed è il Rei, reddito di inclusione sociale: ci domandiamo per quale ragione, oltre alla mera propaganda elettorale, il governo non abbia voluto potenziarla, anziché avventurarsi in un provvedimento che, se le anticipazioni fossero confermate, non farà altro che generare false aspettative. Non vorremmo – concludono gli assessori piemontesi – come Regioni restare come con il cerino in mano o fungere da capro espiatorio rispetto a una misura che appare poco efficace: vorremmo al contrario essere coinvolte e svolgere un ruolo propositivo, come abbiamo cercato di avere finora”.