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L’esponente della Giunta Cirio: «Per evitare di perdere i finanziamenti non possiamo che adeguarci al documento ereditato dal governo precedente, che però si basa su criteri meramente quantitativi che non tengono conto delle peculiarità delle varie province, penalizzandole. Siamo già al lavoro per applicare criteri, anche qualitativi, che correggano tali squilibri».
«Non condivido i contenuti degli attuali atti di indirizzo scolastico regionale, che prendono in considerazione criteri meramente quantitativi e trascurano quelli qualitativi, che sono quelli che rendono la vera fotografia dei territori». Lo ha confermato oggi l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Chiorino, al termine della Conferenza regionale per il Diritto allo Studio che si è svolta nella sede di Piazza Castello, a Torino.
Gli atti di indirizzo sono documenti programmatici che regolano il dimensionamento scolastico e l’offerta formativa, nonché gli interventi a favore degli studenti diversamente abili.
L’esponente della giunta Cirio ha ascoltato con attenzione le istanze di tutti i rappresentanti del mondo della scuola piemontese, ma ha lamentato che, così come sono, gli atti di indirizzo vanno a penalizzare la maggior parte delle province piemontesi. Un residuo dell’eccessivo «torinocentrismo».
«Dovremo adeguarci agli atti di indirizzo ereditati dal precedente governo regionale, pur non condividendoli - ha spiegato Chiorino al termine dell’incontro - in quanto, intervenire adesso per modificarli, significherebbe non poter poi erogare i fondi previsti. Ciò detto, posso assicurare che siamo già al lavoro per modificare tali atti, che prendono in considerazione meri aspetti quantitativi, trascurando la peculiarità dei territori. Per noi la questione non è soltanto di numeri, ma di specificità. L’assessorato all’Istruzione lavorerà, quindi, da subito, per mettere a punto nuovi atti di indirizzo che abbiano come criteri principali quelli dell’equità e che siano in grado di offrire una risposta adeguata alle esigenze di di tutti i territori».