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Nella Sala Mostre del Palazzo della Regione Piemonte, in piazza Castello a Torino
Giorno del Ricordo, la storia di un esodo
Da venerdì 8 a domenica 24 febbraio si potrà visitare “Sguardi d’amore: storia, immagini e arte”, voluta dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
In occasione del Giorno dei Ricordo, nella Sala Mostre del Palazzo della Regione Piemonte, venerdì 8 febbraio, alle ore 16,30, verrà inaugurata la mostra "Sguardi d'amore: storia, immagini e arte", voluta dal Comitato torinese dell'Anvgd, Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
La mostra, che rende omaggio a storici ed artisti istriani giuliano dalmati, è divisa in tre sezioni. La prima "L’Istria, l’Italia, il Mondo. Storia di un esodo: istriani, fiumani, dalmati a Torino", curata dallo storico Enrico Miletto, comprende racconti di fatti e di vita quotidiana degli esuli istriani fiumani e dalmati presso i campi profughi di Torino e nel villaggio di Santa Caterina a Lucento. La seconda parte, "Sulle Ali della Bora nel Ruggito del Leone, da Trieste a Cattaro sulla rotta di Venezia", è dedicata alle immagini a china create dall’artista Leonardo Bellaspiga, raffiguranti paesaggi e monumenti che dalla Venezia Giulia arrivano fino al Montenegro, passando per la Dalmazia. La terza sezione della mostra, "Sguardi d’amore Istriani, Fiumani e Dalmati nei quadri dei nostri artisti", è infine un’esposizione di quadri dipinti da 21 artisti istriani, fiumani e dalmati e loro discendenti, che con l’esodo si sono stabiliti con le loro famiglie a Torino e provincia. Attraverso alcuni dei loro quadri, che riproducono paesi di pietra, il mare, persone e momenti di vita quotidiana, si può, con uno sguardo, percepire e far rivivere l’amore di ognuno di loro per la propria terra.
Il Giorno del Ricordo è una solennità civile nazionale italiana, istituita nel 2004 per conservare e rinnovare “la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani dalle loro terre durante la Seconda Guerra Mondiale e nell'immediato secondo dopoguerra (1943-1945) , e della più complessa vicenda del confine orientale”.
«Nello scenario del secondo conflitto mondiale, in Istria, migliaia di vittime italiane, tra il 1943 e il 1947, furono massacrate dalle truppe titine e gettate in cavità carsiche, le foibe. Una tragedia sulla quale calò - per ragioni solo in parte spiegabili - per una sessantina d’anni un sostanziale oblìo, che cominciò a cessare con la caduta del muro di Berlino - afferma il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, che interverrà all’inaugurazione -. Indipendentemente dalla solennità civile nazionale del Giorno del Ricordo, la Regione Piemonte sente il dovere di ricordare anche questa tragedia ed è dunque lieta di ospitare la mostra “Sguardi d’amore: storia, immagini e arte”, suddivisa in tre sezioni che forniscono diverse letture dei fatti, dal taglio storico a quello artistico, grazie all’impegno dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia».
All’inaugurazione della mostra, patrocinata da Città di Torino e Comitato per l’affermazione dei valori della resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana, interverrà anche il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Nino Boeti.
«La Comunità istriana, fiumana e dalmata esistente a Torino e in tante altre città italiane , attraverso l’arte, il racconto della propria storia e della propria esperienza, ha mantenuto vivo il ricordo e la cultura della propria terra d’origine – spiega Antonio Vatta, presidente del Comitato provinciale di Torino dell'Anvgd -. Molti artisti ormai non sono più in vita, ma i figli, i nipoti e i discendenti hanno il dovere morale di appassionarsi, ricordare e raccontare un pezzo di storia vissuta da persone che non si sono mai arrese e che, seppur attraversando periodi difficili, si sono sempre rialzate mantenendo viva la propria identità».
La mostra, in piazza Castello 165 a Torino, sarà aperta sino a domenica 24 febbraio, tutti i giorni, dalle ore 10 alle 18 (ingresso gratuito).