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Le richieste del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, a 25 anni dall’alluvione del 5-6 novembre 1994
“Sono trascorsi 25 anni da uno degli eventi più drammatici che il Piemonte ha vissuto e che ha affrontato con il suo animo sabaudo, con la forza di trasformare le macerie in mattoni e la fine in nuovo inizio - ha detto il presidente Alberto Cirio durante il Consiglio regionale aperto organizzato questa mattina al Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino per ricordare le 70 vittime dell’alluvione che colpì il territorio il 5 e 6 novembre del 1994 - Oggi il Piemonte è più sicuro, può contare su un sistema di Protezione Civile e di intervento grazie anche alle Forze dell’Ordine straordinario. Ma il maltempo dei giorni scorsi, pagato con due vite umane e danni enormi, ha evidenziato che ci sono ancora priorità su cui è fondamentale intervenire.
Il Piemonte ha inserito nella propria richiesta di autonomia differenziata quella sullo stato di emergenza, per avere la possibilità di autovalutare i danni sul territorio quando si verificano eventi calamitosi, senza aspettare che a farlo sia un ufficio da Roma, perché questo consentirebbe di risparmiare tempo e di agire in modo più tempestivo. È fondamentale dare supporto ai Comuni nella gestione non solo della crisi, ma anche della messa in sicurezza idrogeologica del territorio quotidiana.
Il Piemonte proporrà al Governo un vademecum rivolto ai sindaci che dia indicazioni chiare su come pulire i fiumi, senza rischiare una denuncia per violazione delle norme vigenti. La burocrazia ha bisogno di buonsenso. Ne abbiamo già parlato al premier Conte e al capo della Protezione Civile Borrelli, a cui chiederemo di dare supporto pratico e operativo ai Comuni. Come Regione sosterremo questo progetto e lo proporremo anche in Conferenza Stato Regioni affinché possa essere adottato a livello nazionale”.