Banda ultralarga, la Regione lancia l’allarme al Governo sui ritardi

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In Piemonte si è in ritardo di due anni sulla realizzazione del piano per la banda ultralarga e per questo motivo si rischia di perdere 40 milioni di fondi europei: lo ha scritto l'assessore regionale all’Innovazione, Matteo Marnati, in una lettera inviata al ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli.

"Il piano, avviato operativamente in Piemonte lo scorso anno con l'apertura dei primi cantieri - scrive Marnati - sta evidenziando gravi difficoltà nell'avanzamento delle opere per la posa dell'infrastruttura. Il marcato raggiungimento nei tempi previsti dei target di avanzamento fisico e finanziario determinerà inevitabilmente un taglio delle risorse comunitarie". Pertanto, invita il Governo ad avviare un negoziato "per evitare di restituire all’Unione Europea soldi per lavori mai eseguiti. Il rischio è che, stante la mancata realizzazione delle opere, storni 40 milioni già impegnati per il Piemonte”.

Come rileva l’assessore, soltanto a Bognanco (VCO) è stato eseguito il collaudo, lo scorso 5 dicembre, mentre "in tutti gli altri Comuni interessati i lavori, sotto la regia dello Stato, vanno a rilento dal 2015, quando è iniziata la programmazione di messa in opera a livello nazionale. Ad oggi i progetti esecutivi approvati sono 470, i cantieri aperti sono 430 e "soltanto altri due collaudi sono previsti entro la fine di dicembre". Pertanto, “ritengo opportuno condividere con Lei la mia preoccupazione per tale criticità, essendo il Mise soggetto beneficiario a cui la Regione Piemonte ha delegato la realizzazione degli interventi infrastrutturali finanziati con risorse Fesr/Feasr 2014-2020 sulla base dell’accordo di programma e della successiva convenzione operativa del 2016”.

“L’obiettivo della Regione Piemonte - puntualizza infine Marnati - rimane quello di garantire, in coerenza con le Agende Digitali italiana ed europea, la disponibilità di servizi digitali inclusivi per tutta la popolazione quale fattore imprescindibile per lo sviluppo in termini di innovazione, crescita economica, competitività e coesione sociale, nonché per il superamento dei ritardi tecnologici che possono condizionare irrimediabilmente la crescita futura del territorio piemontese”.

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