Le soluzioni allo studio per contenere i cinghiali e gli altri ungulati

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Ambiente e Territorio
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La Regione Piemonte sta predisponendo le misure più idonee per il contenimento degli ungulati, ed in particolare dei cinghiali, che stanno causando vari problemi su tutto il territorio mettendo a rischio anche l’incolumità pubblica.

Le misure sono state annunciate nel corso di un incontro che il vicepresidente e assessore alla Montagna, Fabio Carosso, e l’assessore all’Agricoltura, Cibo, Caccia e pesca, Marco Protopapa, hanno avuto con i rappresentanti e dei tecnici delle Province piemontesi.

“Oltre alle riunioni che si stanno effettuando con i Comitati per la sicurezza e l’ordine pubblico delle varie Prefetture piemontesi - ha dichiarato Protopapa - abbiamo deciso di convocare un incontro con i rappresentanti e con i tecnici faunistici delle Province per fare il punto della situazione per quanto riguarda il proliferare incontrollato di questi animali. E’ emersa la chiara volontà di mettere in atto tutte le misure possibili per il contenimento numerico dei cinghiali, per salvaguardare le culture ma soprattutto l’incolumità pubblica, anche alla luce di una serie di gravi incidenti stradali verificatisi nelle scorse settimane”.

In particolare, sono state evidenziate la presenza di un numero elevato di cinghiali in tutte le province ed allo stesso tempo una serie di criticità nell’attuazione dei piani di contenimento, come la scarsità di organici delle guardie venatorie e la necessità di un maggiore coordinamento tra le azioni svolte da Province, Ambiti territoriali di caccia e Comprensori alpini. Le soluzioni proposte, tra cui il potenziamento della cosiddetta caccia di selezione a lungo e medio termine, sono ora al vaglio dei competenti uffici regionali.

Infine, si è valutata la costituzione di un gruppo di lavoro tecnico per formulare proposte per la revisione delle attuali linee guida regionali, è stata giudicata positivamente la proposta di potenziare il sistema informativo di gestione dei danni in agricoltura, è stato deciso di attivare un confronto con l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) per la verifica della fattibilità dell’ampliamento dell’utilizzo della cosiddetta “braccata” nella caccia di selezione al cinghiale.

Il problema è stato affrontato anche il 4 ottobre nel corso della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza di Asti, alla quale ha partecipato il vicepresidente Carosso.

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