Medici e infermieri israeliani nell'ospedale di Verduno

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Sanità
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Primo giorno di servizio nell’ospedale di Verduno per la delegazione medica israeliana che sarà impegnata principalmente nelle attività svolte presso il pronto soccorso e il reparto Covid.

I 7 medici e i 12 infermieri, che lavorano gratuitamente per i prossimi 10 giorni, provengono dallo Sheba Medical Center di Ramat Gan, situato nel distretto di Tel Aviv: è il più grande ospedale di Israele, reputato tra i migliori al mondo e che cura ogni anno un milione di pazienti.

Alla cerimonia di benvenuto il presidente della Regione Alberto Cirio, affiancato dall’assessore Luigi Icardi, e l'ambasciatore di Israele in Italia Dror Eydar hanno ricordato il rapporto di amicizia tra i due popoli.

“Celebriamo solidarietà, internazionalità ed amicizia - ha affermato Cirio - Stiamo attraversando un momento complicato e, sebbene ci siano segnali importanti relativi alla stabilizzazione della curva dei contagi, la situazione rimane comunque delicata. Un sentito ringraziamento al nostro personale, che si è dedicato anima e corpo a questa causa, dal 22 febbraio ad oggi, e la presenza del personale sanitario israeliano sarà preziosissima, perché, oltre a rappresentare l’inizio di un’importante collaborazione, ci permetterà di iniziare quella conversione tra posti letto Covid e non Covid che aspettiamo da tempo. Tornare alla normalità è il primo dei nostri impegni. Questo è l’ospedale dedicato a Michele Ferrero, un uomo che alla sua levatura internazionale accompagnava una grande vocazione alla solidarietà. E la vostra presenza qui onora il nome della persona alla quale questo ospedale è dedicato”.

“In questo ospedale - ha sostenuto Icardi - si chiude il cerchio di un percorso di unione ideale tra il Piemonte e lo stato d’Israele, che ringraziamo per l’aiuto, ricordando, tra tutte, l’esperienza in Mozambico. Da anni, infatti, è attiva la collaborazione tra due realtà di primo piano del soccorso sanitario internazionale: l’ospedale Sheba Medical Center e la Maxi Emergenza della Regione Piemonte. Grazie a loro, la sanità non conosce confini e non possiamo che ringraziarli per quanto hanno fatto e faranno per noi e per tutti, nel segno del reciproco aiuto, così come è doveroso il ringraziamento a tutto il personale sanitario che non si è mai tirato indietro in questi mesi”.

Parole di fratellanza anche da parte dell’ambasciatore Dror Eydar: “Il nostro personale sanitario si mette all’opera per una ‘sacra’ missione: salvare vite umane in questa guerra contro il Coronavirus, durante una seconda ondata che sembra peggiore della prima per numero di morti e di contagiati. Quando ho sentito le incredibili notizie provenienti dal Piemonte, ho subito pensato di offrire aiuto agli amici piemontesi, e lo Sheba Medical Center si è messo immediatamente a disposizione. Israele è appena uscito dal secondo lockdown e siamo felici di tendervi una mano per affrontare questo sforzo insieme, in nome dell’amicizia che lega Israele e Italia. Se riusciremo a curare anche un solo paziente, ne sarà valsa la pena, ma siamo sicuri che, grazie alla conoscenza israeliana da noi messa disposizione e al vostro incredibile personale, riusciremo a salvare molte più vite”. Parole di solidarietà a cui fa eco anche Elhanan Bar On, capo della delegazione medica israeliana: “Sarà un’importante occasione per estendere e condividere conoscenza. Siamo diventati fratelli in una fase complicata come quella della pandemia e lo saremo anche dopo”.

La missione è stata resa possibile grazie alla collaborazione della Regione Piemonte e della Maxiemergenza 118 con l’ambasciatore di Israele in Italia, che ha fatto da tramite con il Ministero della Sanità di Israele. Va anche ricordata la cooperazione avviata tra esperti piemontesi e israeliani nel 2019 in Mozambico, dove la Maxiemergenza 118 regionale aveva installato, gestito e poi donato un ospedale da campo in una zona colpita da un ciclone. E proprio rievocando quell’operazione l’assessore Icardi ha consegnato alla delegazione israeliana una targa ricordo.

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