Regione Piemonte - Piemonteinforma

Arev a sostegno delle denominazioni di origine del vino

“Non siamo contro la liberalizzazione del mercato del vino. Siamo contro una liberalizzazione senza qualità, una liberalizzazione che confonde il consumatore facendogli credere di bere una barbera piemontese, perché così leggerebbe sull’etichetta, quando la barbera doc è prodotta in Piemonte, nei territori d’origine del vitigno” è stata la dichiarazione di Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte e presidente di Arev. 

Un confronto diretto su questioni ancora aperte sul fronte vino, a cominciare dall’ipotesi ventilata in sede di Commissione europea di svincolare il nome del vitigno dal territorio in cui viene prodotto, è quanto ha offerto il convegno organizzato dall’Arev, l’associazione che rappresenta le 75 Regioni europee vitivinicole, dall’Atlantico al Mar Nero, il 26 febbraio a Grinzane Cavour, nei territori Unesco.

Presente anche Andrea Olivero, viceministro alle Politiche Agricole che ha voluto ribadire: “Per quanto riguarda il nostro Paese, siamo intenzionati a mantenere il tema della difesa delle indicazioni geografiche come punto prioritario”.

Chiamparino ha inoltre precisato: “L’8 marzo incontreremo il Commissario europeo per l’agricoltura Phil Hogan e chiariremo con lui se il progetto di liberalizzazione senza qualità ha un futuro o meno. Vogliamo valorizzare il modello europeo di viticoltura che punta sulla qualità e tipicità del prodotto, legato al territorio di produzione, con una grande attenzione agli aspetti ambientali e culturali di quel territorio”.

Al dibattito sono anche intervenuti Bernhard Url, direttore esecutivo dell'Autorità Europea per la Sicurezza alimentare, Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, Pascal Ferat, presidente del Sindacato generale dei viticoltori della Champagne.

L’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, ha sottolineato come una liberalizzazione dei vitigni potrebbe portare perdite per la viticoltura piemontese fino a 400 milioni di euro, e quindi l’impegno a difesa delle denominazioni di origine è a sostegno della trasparenza e del consumatore: “Il luogo d’origine del prodotto deve essere indicato, nel vino come nel resto dell’agroalimentare. Il consumatore non può essere ingannato, la trasparenza è uno dei problemi principali dell’intero settore agroalimentare”.

Author Alessandra Quaglia Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.