Regione Piemonte - Piemonteinforma

Le associazioni fondiarie per lo sviluppo dell'agricoltura montana

In uno scenario in cui nelle zone montane la superficie agricola utilizzata si riduce sempre più, i paesi si spopolano e si crea un frazionamento della proprietà, l’associazione fondiaria può essere una soluzione per lo sviluppo e la valorizzazione delle Terre alte. È quanto ha sostenuto l’assessore allo Sviluppo della Montagna della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia, intervenuto il 12 aprile all’inaugurazione dell’Anno accademico dell’Accademia di Agricoltura di Torino nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris del capoluogo piemontese, nel corso della sua prolusione sulla Legge regionale che ha introdotto l’associazionismo fondiario. Una legge approvata dal Consiglio regionale del Piemonte nel novembre 2016, prima in Italia nel suo genere, seguita dal Friuli, e che ha fatto da apripista anche per una parte del Testo unico nazionale sulle foreste.

“Se, per fare un esempio, si considera – ha spiegato l'assessore Valmaggia – che ad Acceglio, in provincia di Cuneo, ogni residente possiede 70 particelle catastali a testa, si capisce quanto il fenomeno della frammentazione incida sulla produttività dei nostri territori. Le associazioni fondiarie hanno l’obiettivo di recuperare le proprietà fondiarie e i terreni agricoli incolti e abbandonati e silenti, cioè di cui non è noto il proprietario”. Con le associazioni si ricostruiscono delle unità gestite collegialmente e su adesione volontaria per migliorare i fondi, far crescere l’agricoltura, valorizzare il patrimonio e il paesaggio, tutelare l’ambiente e prevenire i rischi idrogeologici e legati agli incendi boschivi. I terreni sono acquisiti su donazione volontaria e un ruolo chiave nella gestione lo giocano i Comuni e le Unioni montane interessate.

Tra il 1982 e il 2010 in Italia si è registrato un - 48% di aziende agricole, che diventa – 63% nel Nord Ovest e una riduzione della superficie agricola utilizzata del 18%, le aziende zootecniche si sono ridotte del 74,5% e il numero degli occupati agricoli del 60%. Con questi numeri, Andrea Cavallero, docente del Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Torino, nonchè ispiratore della legge regionale, ha introdotto la sua relazione sull’associazionismo fondiario. Fra gli altri dati forniti da Cavallero anche la variazione del trend degli occupati in agricoltura nel decennio 2001 – 2011. Al Nord Ovest si registra un - 0,7%, ma nelle aree montane un + 4,4%. “ Si tratta di piccoli segnali positivi in un quadro complesso – ha detto Cavallero – ed è proprio in questo contesto che le associazioni fondiarie servono per far tornare l’agricoltura in montagna e in collina, far rinascere le aziende stanziali montane, ampliare le imprese attraverso l’interconnessione e difendere i prodotti di alta qualità delle Terre alte”.

Per ulteriori informazioni sulla Legge sulle associazioni fondiarie, consultare la pagina regionale del Settore Montagna.

Author Pasquale De Vita Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.