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L’economia e la finanza al cospetto dei cambiamenti climatici

Il prossimo 4 aprile i rappresentanti delle Regioni italiane si riuniranno a Roma per discutere delle strategie regionali di adattamento al cambiamento climatico, in relazione a quella nazionale. È quanto emerso giovedì 22 marzo a Torino durante l'incontro svoltosi nell'ambito del corso di formazione organizzato dalla Regione Piemonte sul cambiamento climatico.

Dopo i primi dedicati alla narrazione, alle esperienze e ai trattati internazionali, i temi al centro dell’attenzione dei relatori del 22 marzo sono stati gli impatti economici e gli strumenti finanziari. Marjorie Breyton di Unipol Sai, coordinatrice del progetto LIFE Derris, ha delinato la situazione degli strumenti assicurativi approntati per fronteggiare i disagi derivanti dai disastri naturali e dalle conseguenze del riscaldamento globale. “A livello globale – ha detto Breyton – si è diffusa una certa consapevolezza sulla necessità di pensare a modelli di prevenzione e gestione dei disastri naturali, che sia condivisa fra attori pubblici e privati e che adotti i meccanismi di natura assicurativa per gestire l’incertezza e i crescenti costi del danno”.

A questo intervento è seguita l’analisi dei costi economici dei cambiamenti climatici da parte di Aldo Ravazzi Douvan del Ministero dell’Ambiente, Direzione generale Sviluppo sostenibile e Relazioni internazionali, AT Sogesid, chief economist. “Dal 1980 al 2015 – ha spiegato Ravazzi Douvan – le perdite economiche da eventi climatici estremi ammontano a 450 miliardi di euro e quelle di vite umane a 90mila persone”. Il Rapporto Stern, ha proseguito Duvan, stima una perdita del 5 – 20% annuo del pil per l’aumento della temperatura. I settori più colpiti sono agricoltura e pesca. Sono dieci gli ecosistemi planetari che hanno superato la soglia di sostenibilità e sono da tenere sotto controllo. La comunità delle banche e delle assicurazioni, insieme al mondo delle imprese, ha cominciato già da diversi anni a porre grande attenzione al tema della finanza verde e sostenibile.

L’ultima relatrice, Alice Vozza del programma green jobs dell’Ilo, si è soffermata sugli impatti economici dei cambiamenti climatici sul mondo del lavoro. “I disastri ambientali – ha spiegato Vozza – creano una perdita di posti di lavoro e un calo della produttività, nonché le migrazioni di manodopera in cerca di occupazione”. Da considerare anche i disagi causati dall’innalzamento delle temperature sui posti di lavoro, come avviene in Nicaragua e Vietnam. Con la green economy, stima Alice Vozza, si possono creare fra i 15 e i 60 milioni di posti di lavoro: alcuni saranno eliminati, altri trasformati nella transizione verso le economie resilienti.

Author Pasquale De Vita Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.