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Conclusi gli Stati generali della Cultura con dati positivi di crescita

E’ durato sei mesi il percorso degli Stati generali della Cultura, che ha coinvolto 800 tra operatori pubblici, amministratori locali, liberi professionisti e imprenditori culturali. I cinque appuntamenti di Cuneo, Alessandria e Asti, Novara e Verbania, Vercelli e Biella e, in ultimo, della Città metropolitana di Torino sono stati l’occasione per discutere dei temi strategici che riguardano lo scenario culturale piemontese e non solo. L’ultimo incontro, durato tutta la giornata del 14 dicembre al Teatro Carignano di Torino, è stato un momento importante di raccolta del patrimonio dei dati emersi negli incontri precedenti.

La governance del territorio e il rapporto con l’Unione Europea, le criticità legate al lavoro, alle nuove professionalità e al volontariato culturale, il ruolo dei pubblici nella progettazione delle attività, l’impresa culturale e le nuove tecnologie applicate alla valorizzazione sono state le tematiche discusse ai tavoli di lavoro in Piemonte, sulla base non solo del lavoro e dell’esperienza degli operatori piemontesi, ma anche a partire dai temi di cui si occupano l’Europa, il Ministero, le Regioni e gli enti locali, le Fondazioni di origine bancaria.

Dalla lettura complessiva dei dati emerge un quadro sostanzialmente positivo, che parrebbe indicare l’uscita da quella crisi in cui versava il settore da anni. È tuttavia una situazione più intricata, in cui segnali positivi non possono distogliere l’attenzione da una più generale contrazione dell’offerta. Se la domanda resta attestata su un trend positivo, lo è di fronte a un’offerta essenzialmente stabile e comunque drasticamente ridotta rispetto al passato. I dati sui consumi registrano anche per il 2015 una ripresa, seppur lenta, della partecipazione culturale.

Il percorso per la realizzazione degli Stati generali della Cultura in Piemonte, nato su sollecitazione del Comitato Emergenza Cultura, è stato condiviso con il Consiglio Regionale del Piemonte, il segretariato regionale del Ministero dei Beni culturali per il Piemonte, la Soprintendenza Belle arti e paesaggio per il Comune e la Provincia di Torino, AIB, ANAI, ICOM Italia, la Consulta regionale per i beni culturali ecclesiastici Piemonte e Valle d’Aosta, l’Università degli Studi di Torino e in collaborazione con l’Osservatorio culturale del Piemonte - Città di Torino, Camera di Commercio di Torino, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, IRES Piemonte, AGIS Piemonte, Fondazione Fitzcarraldo.

Il presidente Sergio Chiamparino, aprendo la sessione conclusiva, è intervenuto sostenendo che negli ultimi 20 anni non si è disperso il patrimonio di soggettività e creatività diffuse sul territorio piemontese: "La Regione ha mantenuto in questi anni un ruolo di propulsore delle attività culturali anche se ad ogni bilancio bisogna fare i conti con la spesa corrente. La cultura è un elemento attrattivo del territorio ed è in questa direzione che è andata la politica d'investimento culturale. Va messa in evidenza dunque la capacità di non disperdere il patrimonio creativo del territorio e l'aver investito sulle strutture che fanno sistema. Non dobbiamo dimenticarci mai che creatività e industria sono alla base della nostra cultura".

Questo importante lavoro è stato possibile anche grazie alla sintesi realizzata dall’Osservatorio Culturale del Piemonte che ha avuto il compito di analizzare e rielaborare i materiali raccolti per renderli confrontabili e metterli a disposizione degli enti e dei professionisti. Il 50% dei piemontesi ha assistito ad almeno una proiezione cinematografica durante l’anno e il 37% ha visitato almeno un museo. Percentuali più basse si registrano invece per altre attività come la partecipazione a spettacoli teatrali o a concerti di musica classica (rispettivamente 19% e 12%). E’ ancora debole la lettura: il 52% dei residenti dichiara infatti di non avere letto alcun libro nel 2015. Il Piemonte conferma la sua forte vocazione nel settore musei e beni culturali. I 5,66 milioni di ingressi nel 2015 hanno portato un aumento di visite pari all’8% sull’anno precedente. L’aumento più significativo si registra nell’area metropolitana torinese, dove si contano 4,7 milioni (+11% sul 2014); in crescita anche l’interesse per l’Abbonamento Musei. Sul fronte economico, nel 2014, si era assistito a un aumento delle risorse destinate alla cultura, che, seppur contenutissimo, è un’inversione di tendenza rispetto al trend negativo successivo alla crisi economica: gli enti pubblici e le fondazioni di origini bancaria hanno messo a disposizione del settore un totale di oltre 250 milioni di euro.  Operatori di settori diversi del comparto culturale hanno lavorato insieme, delineando azioni di comune interesse: tra queste la richiesta di poter disporre di una cabina di regia a livello regionale, la necessità di semplificazione amministrativa, il bisogno di fare sistema e di essere connessi attraverso piattaforme di scambio di informazioni, il desiderio di strumenti di semplificazione amministrativa, finanziari e di credito dedicati, di supporto alla formazione e informazione. A livello nazionale, inoltre, alla Regione Piemonte si chiede di operare nei confronti del MiBACT per una definizione dell’impresa culturale e per un lavoro di affinamento di normative a sostegno della cultura, prime fra tutte l’Art Bonus.

“L'appuntamento conclusivo al Carignano è stata un'importante occasione per discutere i dati raccolti nel corso di questi sei mesi, ma soprattutto per allargare il lavoro svolto a un contesto nazionale ed europeo - ha dichiarato Antonella Parigi, assessora alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte - Perchè, se da una parte gli obiettivi per la nostra regione sono quelli di creare un metodo di progettazione partecipata e definire una nuova legge sulla cultura, dall’altra i temi discussi dagli operatori piemontesi trovano un loro corrispettivo anche nell'attività delle istituzioni italiane e in quelle comunitarie. Grazie all’esperienza di ascolto capillare durante il percorso degli Stati generali della Cultura ho avuto modo di modificare il mio parere rispetto al fatto che il comparto culturale non può dipendere solo dai bandi e che la politica deve assumersi la responsabilità di selezionare dei progetti particolarmente rilevanti e che possono fare da traino e da agenti di sviluppo per tutti”.

La Cultura in Piemonte nel 2015 - Relazione annuale

Sintesi dei dati

Slide di presentazione della Relazione annuale

Author Donatella Actis Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.