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Al lavoro per dare un futuro a Leri Cavour

L'assessore regionale alla Cultura e Turismo, Antonella Parigi, ha effettuato il 2 aprile un sopralluogo a Leri Cavour, l'ex residenza di campagna del conte Camillo Benso ora spesso in balia dei vandali a causa del suo stato di completo abbandono.

Ad accompagnarla il sottosegretario Luigi Bobba, i consiglieri regionali Giovanni Corgnati e Gabriele Moliterni, il sindaco di Trino, Alessandro Portinaro, nel cui territorio si trova il borgo.

Parigi ha riconosciuto che “oltre che di una manutenzione immediata, Leri ha bisogno di un progetto di riqualificazione importante e delle risorse necessarie per attuarlo”. A questo proposito ha indicato due strade, che intende percorrere nelle prossime settimane con i rappresentanti del territorio: “E' mia intenzione coinvolgere il ministro della Cultura, che vedrò nei prossimi giorni, in quanto il borgo deve essere riconosciuto come un punto di riferimento per l'Italia intera, e la Fondazione Cavour, che cura l'eredità culturale e storica dello statista”.

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L'area di Leri fu sottoposta fin dall'XI secolo ad un processo di bonifica da parte dei monaci Cistercensi, divenendo così nei secoli successivi un fertile terreno per la coltivazione del riso. Nel XIX secolo il possedimento passò a Napoleone Bonaparte il quale, con un decreto del 1807, lo vendette al cognato, il principe Camillo Borghese a compenso parziale della cessione della galleria omonima allo stato francese. Nel 1822 Leri passò in proprietà al marchese Michele Benso di Cavour, padre di Camillo. I Benso trasformarono la tenuta in un'azienda agricola all'avanguardia per i tempi. Impegnato come vicario e sovrintendente generale di politica e di polizia a Torino, Michele Benso trasferì al figlio cadetto, Camillo, la gestione della tenuta, dapprima in società o poi da solo, Il lavoro del conte fu improntato ad un sostanziale ammodernamento delle tecniche agricole, che lì sperimentava prima di farle applicare in Piemonte. Qui Cavour iniziò a gettare le basi per l'Unità d'Italia, ed ebbe come ospiti re Vittorio Emanuele II, molti uomini politici e Giuseppe Verdi.

Il borgo di Leri è stato abitato fin verso il 1960. Dopo tale data iniziò un processo di degrado causato dall'avvento di più moderni metodi di coltura intensiva. Acquistato negli anni Ottanta dall'Enel per costruirvi nei suoi terreni una centrale nucleare, poi diventata un più piccolo impianto a metano, è stato ceduto dalla stessa società al Comune di Trino. Attualmente è disabitato. Tutti gli edifici, compresa la chiesa, sono stati violati e depredati. Anche il tentativo di murare gli accessi non è servito a molto, in quanto i ladri hanno abbattuto le protezioni e si sono impossessati delle porte e del marmo dei pavimenti.

 

Author Gianni Gennaro Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.