Una metodologia innovativa per studiare i rifugi alpini

52! Un numero, ma soprattutto un obiettivo ambizioso, raggiunto all’inizio di settembre. Stiamo parlando dei rifugi visitati dai ricercatori del Dipartimento di Scienze Merceologiche nelle stagioni estive 2010 e 2011 per il progetto di cooperazione transfrontaliera 2007-2013 V.E.T.T.A. che vede la Regione Piemonte Capofila.

Scopo delle visite era di analizzare l’offerta di ricettività turistica delle strutture in alta quota innanzitutto nell’area obiettivo, il Verbano-Cusio-Ossola, per estendere l’iniziativa in alcune strutture simbolo delle valli limitrofe del vercellese e del biellese.

Per completare al meglio la programmazione definita con i partner del progetto, si è optato per predisporre un modello che “leggesse” la realtà rifugio da differenti punti di approccio: ne è nata una metodologia innovativa sia per quanto concerne la tipologie di informazioni ricercate, sia per la gestione e l’elaborazione delle stesse.

Focalizzando l’attenzione sui diversi campi indagati, si è predisposta un’intervista che ha incrociato aspetti strutturali dei rifugi con aspetti impiantistici e gestionali, legati, quest’ultimi, alle modalità di erogazione dell’offerta turistica.
Quindi, sono scaturite quattro aree di indagine brevemente riassunte:
1. Informazioni generali: accessibilità, capacità ricettiva del rifugio.
2. Dotazioni impiantistiche: gestione del ciclo delle acque, produzione di energia elettrica ecc...
3. Costruito: involucro edilizio e suo inserimento nel paesaggio.
4. Modalità gestionali: aspetti ambientali ed erogazione dell’offerta.
Ne sono scaturiti circa 150 campi. La dinamica del flusso informativo ha previsto l’indagine in situ per il reperimento dei dati, che sono andati ad alimentare un database informatizzato ed arricchito da elementi multimediali quali fotografie (in totale quasi 10.000) e filmati. Tale mole di informazioni risponde all’obiettivo di dotare la Regione Piemonte di un quadro aggiornato sulla situazione delle strutture, nonché di fornire uno strumento che permetta l’aggiornamento diretto dei dati che sono in fase di elaborazione.

Infine, il database rappresenta anche un utile supporto per valutare la necessità di implementare azioni su aspetti mirati: fra questi, appare di particolare interesse il tema del ciclo delle acque, argomento da sempre dibattuto, sul quale potrebbe essere possibile, grazie a dati aggiornati, verificare la fattibilità di azioni volte al miglioramento della loro gestione in ambienti ostili.

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