Il progetto Vetta prende il "polso" ai rifugi alpini

Tra le molteplici azioni previste dal progetto Vetta in favore del turismo escursionistico, quelle volte al miglioramento qualitativo dei rifugi alpini hanno certamente un ruolo determinante. Una delle azioni pilota a più alto contenuto tecnologico e a carattere innovativo in seno al progetto è certamente quella relativa al rilevamento delle variabili ambientali.

L'obiettivo principale è quello di prendere letteralmente il “polso” dei rifugi alpini come se si trattasse di organismi viventi considerando, in particolar modo, le loro interazioni e scambi con l’ambiente esterno.

Il progetto nasce dalla necessità di creare un sistema di rilevamento a hoc per i rifugi alpini dal momento che i sistemi di domotica attualmente esistenti sul mercato, risultano essere inadeguati per l’impiego in una realtà così diversa e complessa come quella del rifugio.

Concretamente, i sensori, deputati al rilevamento delle variabili ambientali,
possono essere posti sia esternamente al rifugio, per rilevare ad esempio la temperatura, l’innevamento, le precipitazioni, l’intensità eolica ecc. sia internamente, per rilevare variabili quali la presenza di fumo, il livello dell’acqua, dei carburanti o delle scorte.
Altre variabili, ancora, quali il prelievo dell’acqua, le forniture di gas e gasolio oppure il controllo sulla qualità dei fumi, il consumo dell’acqua, la qualità degli scarichi e la quantità dei rifiuti prevedono invece rilevamenti di tipo misto che mettano in relazione l’ambiente interno con quello esterno.

Ogni punto di rilevamento sarà quindi collegato ad un’unità centrale tramite un collegamento fisico oppure senza fili a seconda delle caratteristiche e della complessità del rifugio. I parametri raccolti in questa unità centrale vengono poi trasmessi ad un PC, dove possono essere visualizzati dal gestore. I dati possono successivamente essere spediti ad un server centrale dove vengono memorizzati in un apposito database e infine visualizzati attraverso il Web per successive analisi.

Di indubbie ricadute positive da un punto di vista della gestione del rifugio e del possibile miglioramento delle condizioni di lavoro del gestore questa tecnologia potrà dare anche non trascurabili vantaggi sulla sicurezza, sull’impatto ambientale e sul risparmio energetico. Inoltre, disporre di serie storiche sulle variabili che esprimono gli aspetti ambientali della gestione permetterà di sviluppare valutazioni costi -benefici sugli investimenti sia da parte dei proprietari che dei decisori pubblici.

Tale sistema di rilevamento, inventato dal Prof. Riccardo Beltramo, é attualmente oggetto di studio e sperimentazione da parte di ricercatori dell’Università di Torino, Dip. di Scienze Merceologiche che, in convenzione con Regione Piemonte, per lo svolgimento di alcune attività tra cui la presente in seno al progetto Vetta, ha battezzato il dispositivo di rilevamento in fase sperimentale con il nome di Scatol8®.

Nello sviluppo dello Scatol8® sono state sperimentate varie soluzioni hardware open source reperibili sul mercato, a partire da "Arduino", uno strumento open source (link), ideato e prodotto a Scarmagno (TO). Le soluzioni verso cui il team di ricerca si è orientato, dopo aver sperimentato diverse alternative, hanno permesso di realizzare una piattaforma a microprocessore, adatta all’impiego specifico, in grado di interagire, grazie ad un software appositamente predisposto e a vari sensori, con l’ambiente-rifugio e con le attività che in esso compie il gestore. Da una parte, alcune unità Scatol8® TX rilevano informazioni dall’ambiente esterno, utilizzando una varietà di sensori, che trasmettono all’unità centrale, Scatol8® RX e, quindi, al sistema informatico.

Ma vediamo il perché del nome Scatol8®. Il termine famigliare, secondo l’ideatore, vuole trasmettere l’idea di un congegno amichevole, facile da comprendere e da impiegare. Accessibilità che viene comunicata anche attraverso la trasparenza del contenitore. In linea con la filosofia del “we love junk” della comunità di sperimentatori delle piattaforme opensource, nella fase di sviluppo del prototipo dello Scatol8® si è lavorato su varie soluzioni per il contenitore, attraverso l’impiego di materiali e di componenti di recupero. La volontà di creare un sistema utile ad aumentare la consapevolezza tra consumi ed ambiente, si è tradotta nel packaging di Scatol8® RX in diverse soluzioni, con l’impiego di contenitori per il latte, sia in plastica che in cartone, mentre per le unità di trasmissione, Scatol8® TX, sono state scelte confezioni più piccole quali quelle degli yogurt, opportunamente elaborate per garantire l’adeguatezza all’uso. Altre soluzioni sono state ideate per la realizzazione dei prototipi che verranno sperimentati in tre rifugi nel corso dell’estate 2011.

Nello sviluppo del progetto, si sono affrontate varie fasi per mettere a punto hardware e software ed il team dei ricercatori si è misurato con alcuni traguardi, in occasione di momenti pubblici, utili ad avviare un confronto con la comunità mediatica di settore ed a far conoscere il progetto Vetta. Lo Scatol8® è stato impiegato nel corso del compleanno della rivista "Wired", rivista internazionale che tratta tematiche di carattere tecnologico, confezionando una torta Scatol8® in cui vi era un’interazione tra sensori ed attuatori (luci e musica). I ricercatori hanno poi realizzato un’opera per partecipare all’evento “Mi illumino di Meno 2011” promosso dal programma radiofonico “Caterpillar” . Tutte le realizzazioni sono state diffuse attraverso YouTube ed i principali sociall network.

Oltre all’attenzione verso il recupero dei rifiuti da imballaggio, anche nelle scelte di approvvigionamento dei materiali, il Dipartimento di Scienze merceologiche si è impegnato a selezionare, per quanto possibile, fornitori che esprimessero un’attenzione all’ambiente, in linea con la propria politica ambientale e con l’idea di fondo del progetto Vetta che vuole, con la riqualificazione dell’escursionismo alpino, influire positivamente sull’ambiente.

Infine le attività progettuali, cui termine è previsto per l’autunno 2012, stanno attualmente proseguendo e con la firma del protocollo d’intesa il 16/05/2011 con l’Istituto Majorana di Grugliasco (TO). E’ stata così avviata una collaborazione che permetterà il passaggio dalla fase di realizzazione prototipale, oggi in atto, alla fase successiva, che porterà l’esecuzione materiale del prodotto finale.