Il rifugio alpino: cenni storici

Evoluzione e tendenze


Oggi, grazie alle possibilità offerte dallo sviluppo tecnologico
e dalle mutate esigenze dei fruitori della montagna, i rifugi alpini, specialmente quelli di facile accesso, tendono sempre più a diventare dei veri e propri alberghetti di montagna dotati dei mezzi di comunicazione più avanzati. Inoltre sempre più il rifugio viene visto e utilizzato non più unicamente come punto d’appoggio per impegnative ascensioni o come semplice punto d’arrivo di escursioni giornaliere ma anche come un irrinunciabile presidio in quota al servizio della rete sentieristica regionale e della fruibilità escursionistica: itinerari escursionistici e trekking di più giorni in grado di suscitare interesse al di là dei confini regionali sarebbero infatti, senza i rifugi alpini, percorsi solamente da un’élite di escursionisti e quindi non potrebbero diventare vero atout turistico per le vallate alpine.

Il rifugio viene oggi concepito, seguendo un filone didattico-ambientale, anche come una finestra sull’ecosistema alpino nonché come punto di osservazione e di ricerca privilegiata sull’ambiente, riappropriandosi così, paradossalmente, della sua antica funzione “pre-alpinistica” di osservatorio scientifico che già aveva nel periodo illuministico e romantico. Tale ruolo viene però rivisitato in chiave moderna, non più, quindi, come laboratorio d’alta quota per pochi scienziati bensì come luogo privilegiato della divulgazione/educazione scientifica e ambientale, nonché come esempio, grazie a innovativi sistemi di approvvigionamento energetico e di smaltimento dei rifiuti, di gestione ambientale virtuosa. Aperto alle iniziative didattiche delle scuole, il rifugio diventa quindi il luogo ideale per trasmettere agli adulti di domani una sempre più irrinunciabile sensibilità ambientale.

Anche se i tempi “eroici” in cui i rifornimenti al rifugio venivano effettuati a dorso di mulo appartengono alla storia, nei rifugi di più difficile accesso o nei periodi di bassa frequentazione è però ancora oggi, in qualche modo, possibile rivivere le atmosfere degli albori dell’epopea alpinistica, all’Alpetto, a oltre 140 anni di distanza, o in altri rifugi dell’arco alpino piemontese.