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Chiamparino, accogliere i migranti è una questione etica

Credo di essere nel giusto – dichiara il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparinonell’aver assunto una posizione radicalmente diversa sul tema migranti da quella dei presidenti di altre Regioni del Nord Italia, prima ancora che per ragioni politiche, per ragioni etiche e culturali. Sono onorato di essere il presidente della Regione in cui è stato accolto il rifugiato senegalese sepolto dalla frana all’hotel Rigopiano mentre svolgeva legalmente il suo lavoro, sono altrettanto onorato che il Piemonte abbia accolto il gruppo di migranti africani che sono in Abruzzo per aiutare le popolazioni colpite da terremoti e maltempo e che abbia accolto i richiedenti asilo che a Ormea a Garessio erano in prima fila a dare una mano a pulire i disastri dell’inondazione dello scorso novembre. Dire 'Io sto dalla loro parte' è una scelta di campo, etica, che riguarda tutte le persone che hanno responsabilità nella cosa pubblica.

Il ministro Minniti ha indicato la strada maestra, quella che prevede di stringere intese con i Paesi da cui proviene o transita la maggior parte dei migranti per costruire corridoi umanitari, e mi pare che l’aver ripreso in mano l'iniziativa diplomatica faccia ben presagire per il futuro. Quello messo a punto dal Governo Gentiloni è un piano che si dipana in un contesto internazionale con un programma di interventi che punta a una accoglienza il più possibile diffusa sul territorio e che non mi sembra riducibile al modo in cui era stato presentato, vale a dire un Cie in ogni regione.

Non si può usare il lavoro dei migranti per sostituire altre attività lavorative, qualunque esse siano, ma tutti sappiamo quanti lavori sarebbero utili e necessari per rendere le nostre comunità più belle e pulite: io credo che ci sia uno spazio enorme per attività lavorative che compensino il sostengo che lo Stato offre ai migranti, senza che queste siano percepite come sostitutive. E mi vengono in mente molti esempi, in Piemonte, di Comuni di centro-sinistra e centro-destra dove i migranti svolgono attività integrative apprezzate da tutta la popolazione e che hanno contribuito significativamente a far 'riconoscere il diverso', e a integrarlo.

Va decisamente abolito il reato di clandestinità, che ha avuto effetti esattamente opposti a quelli che si proponeva, rendendo più complicato il controllo dei titoli per l’accoglienza, come, peraltro, dimostra il percorso del terrorista di Berlino.

 

Author Matteo Vabanesi Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.