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Politiche di inclusione per gli stranieri

La partecipazione alla presentazione del Rapporto 2015 dell'Osservatorio Interistituzionale sugli stranieri in provincia di Torino è stata l'occasione per riportare l'attenzione sulla popolazione di origine straniera presente sul territorio senza limitarsi alla sola questione, seppur importante, dell'accoglienza dei richiedenti asilo. Una realtà particolare è per esempio quella degli studenti stranieri iscritti ad Università e Politecnico, dove la componente straniera in dieci anni è passata dal'1.7% a più dell'8% quando la media italiana è adesso del 4.4%.

L’assessora regionale all’Immigrazione ha sostenuto che il ruolo della Regione in questo contesto è quello di mettere a sistema le progettualità costruendo strumenti di inclusione, quale dovrà essere la nuova legge sulla promozione della cittadinanza, di cui sarà completata la prima bozza a fine anno in modo da avviarne l'iter consiliare a inizio 2017.

Le azioni di inclusione sono anche centrali nelle politiche di accoglienza dei rifugiati, in modo da costruire percorsi che non ripetano gli errori del passato e che hanno condotto a creare situazioni come quelle dell'ex Moi che riguarda molte persone prima accolte all'interno dell'emergenza Nord Africa, e poi lasciate al loro destino. Su questa specifica emergenza l’assessora ha sottolineato che è fondamentale intervenire affinché non torni a saldarsi l'identificazione tra immigrazione e sicurezza, in quanto non bisogna sottovalutare le legittime paure di fronte alle differenze, ma è fondamentale investire sulla reciproca conoscenza e su percorsi di inclusione lavorativa. Su questo particolare aspetto la Regione ha in cantiere progettualità sul fondo sociale europeo, che si auspica vadano ad integrare le risorse che metterà a disposizione il Ministero degli Interni.

L'avvio della risoluzione di questo problema dovrà divenire per l’assessora la palestra in cui costruire politiche strutturali che superino l'emergenzialità su un fenomeno con il quale si continuerà a convivere e che necessariamente si dovrà trasformare in un'opportunità, coinvolgendo soprattutto i nuovi cittadini e le nuove cittadine più giovani, le cosiddette seconde e terze generazioni, che possono rappresentare una vera ricchezza per una comunità interculturale.

Author Gianni Gennaro Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.