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Con “Rsa aperte” l’anziano viene assistito a casa sua

Si chiama “Rsa aperte” la piccola grande rivoluzione che vede la Regione Piemonte impegnata a consentire ad almeno 2.000 anziani di essere curati a casa con assistenza domiciliare infermieristica garantita e concordata anziché venire ricoverati in una residenza sanitaria assistenziale.

La delibera approvata dalla Giunta regionale su proposta degli assessori alla Sanità e alle Politiche sociali getta le basi per una sperimentazione che può costituire una risposta positiva per le famiglie interessate a non ricoverare gli anziani ma a farli curare ed assistere nel loro ambiente. Si tratta, di fatto, di una revisione della rete di offerta tradizionale dei servizi di Rsa, con un’articolazione del sistema di classificazione di fasce assistenziali e di remunerazione adeguata ai nuovi bisogni.

Nel dettaglio, si prevedono interventi sanitari flessibili (infermiere, fisioterapista, logopedista) e assistenza tutelare (operatore socio-sanitario) erogati dalle Rsa accreditate con la Regione al domicilio degli anziani ultrasessantacinquenni non autosufficienti, riconosciuti dall’Unità di valutazione geriatria dell’Asl come destinatari di un progetto residenziale e che presentano condizioni sanitarie e socio-sanitarie tali da poter rinviare, almeno temporaneamente, il ricovero in Rsa con un intervento sanitario al loro domicilio. Il costo a carico dell’anziano sarà minore, in quanto non avrà a suo carico la parte alberghiera.

Viene quindi introdotto il concetto che una persona ritenuta dall’Unità di valutazione geriatrica idonea per la Rsa può decidere liberamente se usufruire della Rsa stessa o se avvalersi di pacchetti di prestazioni da erogare al domicilio. Con un successivo provvedimento la Giunta definirà l’adeguamento del sistema di valutazione multidimensionale del bisogno, i contenuti del progetto individuale, le prestazioni erogabili al domicilio, i soggetti accreditabili e le procedure di accreditamento per l'erogazione delle prestazioni, le modalità di remunerazione e rendicontazione delle prestazioni, le modalità di effettuazione dei controlli.

Altri obiettivi della delibera sono dare un contributo per la riduzione delle liste di attesa per entrare in una Rsa e creare un sistema omogeneo per tutto il Piemonte al posto dell’attuale situazione frammentaria e diseguale.
Si stima che saranno almeno 300 le figure professionali interessate al progetto e che potranno essere inserite nella sperimentazione con nuove assunzioni.

Inoltre, il provvedimento costituisce un tassello fondante della rete di assistenza territoriale approvata nell’aprile del 2015 con la delibera "Pianificazione economico-finanziaria e definizione delle regole del Sistema Sanitario piemontese in materia di assistenza alle persone anziane non autosufficienti con decorrenza dall’esercizio 2015”, che avviava il potenziamento dei servizi per la residenzialità attraverso un incremento di risorse (+ 15 milioni di euro/anno su un budget complessivo di 265) ed una maggiore flessibilità della rete di offerta: le persone anziane non autosufficienti e le loro famiglie, a parità di condizione di bisogno, hanno la libertà di scelta del luogo e della forma di assistenza.

Il progetto, che durerà fino al 31 dicembre 2018 e che le direzioni Sanità e Politiche sociali monitoreranno costantemente per valutarne i benefici in rapporto anche al budget aggiuntivo, rientra nel più ampio percorso di riforma delle prestazioni domiciliari in lungoassistenza, che punta ad armonizzare le prestazioni offerte dalla legge regionale 10/2010 attraverso il confronto con l’Anci Piemonte e il coordinamento degli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali, le rappresentanze sindacali e le associazioni del Terzo settore.

Author Piero Mora Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.