Il Piemonte istituzionalizza, dopo una fase sperimentale, una rete di nove centri diurni socio-riabilitativi è destinata ai minori con patologie psichiatriche, ai nuclei genitore-bambino, ai minori stranieri non accompagnati, a percorsi di autonomia e di accoglienza in emergenza.

 Una delibera approvata il 20 luglio dalla Giunta regionale, su proposta degli assessori alla Sanità, Antonio Saitta, e alle Politiche sociali, Augusto Ferrari, intende avviare una riqualificazione della rete di strutture residenziali e semi-residenziali, ridefinendone i requisiti ed attivare dei progetti mirati ad evitare il collocamento fuori dalla famiglia per un tempo non determinato e volti a garantire, nel più breve tempo possibile, il reperimento di un’accoglienza familiare. In pratica si cerca di ridurre al minimo la necessità del ricorso alla residenzialità o al ricovero ospedaliero e di favorire le dimissioni protette.

Durante la fase di sperimentazione si è provveduto a monitorare il fabbisogno dei territori, definendo così l’attuale distribuzione dei Centri: 3 per il quadrante della città di Torino (di cui 2 già attivi), 2 per il quadrante provinciale di Torino (di cui 1 già attivo), 2 per il quadrante di Novara, Vercelli, Biella e VCO (di cui 1 già attivo a Novara), 1 per il quadrante di Cuneo, 2 per il quadrante di Asti e Alessandria (di cui 1 già attivo). Qualora i territori lo richiedano verrà presa in considerazione l’apertura di nuove strutture.

La delibera ha anche confermato la validità delle tariffe dei centri diurni che, inferiori rispetto a quelle previste per la residenzialità, consentono un beneficio economico per il sistema sanitario: i primi prevedono circa 100 euro per una frequenza di 8 ore al giorno per i minori 17/18 anni e 60 euro per i minori tra 10 e 16 anni e frequenza di 4 ore al giorno in quanto soggetti in età di obbligo scolastico. Le tariffe delle Comunità riabilitative psico-sociali ammontano invece ad 195 euro al giorno.