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I volti dell'alienazione in mostra

Quaranta disegni e settanta studi dell’artista e designer vercellese Roberto Sambonet, realizzati tra il 1951 e il 1952 nel manicomio civile e criminale di Juqueri che all’epoca ospitava circa quindicimila pazienti, a cinquanta chilometri da San Paolo in Brasile, raccontano e indagano il fenomeno del disagio mentale in una struttura di contenzione. Opere che sono al centro della mostra "I volti dell'alienazione", inaugurata mercoledì 6 dicembre e che si potrà visitare sino a lunedì 8 gennaio, nella Sala Classica della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino.

La mostra è promossa dal Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte, con la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e la Regione Piemonte. È stata realizzata dall’associazione “La Società della Ragione” e dall’Archivio pittorico Roberto Sambonet, con la collaborazione del comitato nazionale “StopOpg”, e curata da Franco Corleone e Ivan Novelli.

Sambonet trascorse sei mesi nei reparti dell’ospedale, conducendo una sua personale ricognizione e ritraendo gli internati in una serie di opere di grande intensità, a china e a matita, capaci di mostrare pensieri, emozioni, sentimenti. Un viaggio nelle pieghe della malattia e della sofferenza, raccolto nel volume “Della pazzia” (M'Arte Edizioni, Milano 1977). Ai ritratti sono affiancati testi strettamente connessi al tema e selezionati per l’occasione dal catalogo della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino.

Sambonet, nato a Vercelli nel 1924, esponente della storica famiglia fondatrice dell’omonima azienda leader nella produzione di posateria e articoli per la tavola, fu architetto, grafico, designer e pittore. Autore di alcuni “pezzi” esposti al “MoMa” di New York, unì all’attività di designer industriale quella di artista, partecipando con Cassinari, Morlotti e Treccani all’avventura del gruppo dei “Picassiani”. Tra il 1948 e il 1953 si trasferì in Brasile, periodo in cui pervenne all’essenzialità della linea, tratto fondamentale della sua opera. I disegni oggetto della mostra sono stati esposti in tutta Italia, da Milano a Firenze, da Ferrara a Pavia e Trieste, riscuotendo grande interesse, e arrivano ora - per la prima volta - in Piemonte, a Torino. In occasione della mostra è stato ristampato in tiratura limitata dal Centro Stampa della Regione Piemonte il catalogo “I volti dell’alienazione”, su concessione dell’editore Palombi & Partner Srl.

In concomitanza con la mostra vengono esposte le fotografie del reportage “Nocchier che non seconda il vento”: un viaggio all’interno degli Opg (ospedali psichiatrici giudiziari) italiani, realizzato dal fotografo torinese Max Ferrero tra il 2014 e il 2015, alla vigilia della loro chiusura.

All’inaugurazione hanno partecipato i curatori della mostra Franco Corleone e Ivan Novellli, il fotografo Max Ferrero, Leonardo Fiorentini tesoriere della Società della Ragione Onlus, il direttore della Biblioteca Nazionale Universitaria Guglielmo Bartoletti, oltre al Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Bruno Mellano.

La mostra sarà aperta dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle 18, ed il sabato dalle 10 alle 13 (da venerdì 22 dicembre a venerdì 5 gennaio 2018 apertura dalle 10 alle 13 e chiusura nei giorni festivi).

Author Renato Dutto Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.