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Conferenza regionale sulle Infrastrutture: dal Piemonte un grido d’allarme

“Invierò una lettera aperta al Governo con semplici richieste, come il completamento dell’Asti-Cuneo, il ripristino dei soldi previsti sul Terzo valico, il via libera al tunnel di base della Torino-Lione, mentre sono disponibile a discutere ancora sulla connessione con la tratta nazionale ma con il vincolo che questo non venga fatto per tagliare fuori il nodo di Orbassano. Il grido di allarme è stato unanime, e non vorrei che si creasse una situazione di stallo causata dal non dover ammettere situazioni contrarie a quelle promesse”: il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, ha concluso così la Conferenza regionale sulle Infrastrutture, svoltasi il 28 settembre nel centro congressi Torino Incontra e che ha voluto organizzare per presentare una valutazione approfondita dell’effetto del sistema dei collegamenti ferroviari ed autostradali per il futuro del Piemonte.

L’intervento dell’assessore Balocco

Nell’intervento di apertura, l’assessore regionale ai Trasporti, Francesco Balocco, l’ha definita “la Conferenza dell’orgoglio piemontese” ed ha parlato della “resilienza come tema essenziale per questi aspetti” e della necessità di “ricondurre l’argomento a un discorso organico di prospettiva capace di coniugare le gradi reti transnazionali di trasporto con le reti regionali e locali, come prevede il piano recentemente approvato dalla Regione con l’obiettivo di spostare il più possibile il trasporti dalla gomma alla ferrovia”. Balocco si è soffermato sull’importanza di “creare una grande alleanza che superi le appartenenze politiche e sociali fra coloro che sulle infrastrutture e in generale sull'economia condividono una visione che punta alla crescita. La nostra visione è che per garantire benessere ai cittadini siano necessari crescita e sviluppo, non una decrescita più o meno felice. Servono infrastrutture moderne, per incentivare il trasporto delle merci sul ferro e liberare le strade dal traffico pesante, generando ricadute non solo economiche ma anche ambientali e di salute”.

L’introduzione del presidente Chiamparino

Nell’introdurre i lavori, il presidente Chiamparino ha lanciato “un grido d’allarme per il Nord-Ovest e per l’Italia intera. Se qualcuno pensa che ci siano ragioni elettoralistiche dietro alla battaglia per mantenere gli impegni su Torino-Lione, Terzo valico si sbaglia, perché queste opere non riguardano la destra o la sinistra ma il Piemonte, la Liguria e tutta l’Italia. La battaglia perché il Governo mantenga gli impegni su queste opere non ha targhe politiche, ma è combattuta per un Paese che ha un grande bisogno di riconquistare un livello di crescita sufficiente per far stare bene i suoi cittadini, e non di decrescita. Invece, l’incertezza che il Governo alimenta su questi temi è allarmante e preoccupante”.

Chiamparino si è poi chiesto “come si fa a predisporre una serie analisi costi-benefici per un’opera destinata a durare almeno un secolo? Volerla fare ora significa solo tentare di allungare il brodo, di perdere tempo, e noi non possiamo accettarlo. Un’infrastruttura come la Torino-Lione la domanda la crea, non la insegue. E poi la domanda già c’è, ma troppe merci nell’interscambio con la Francia si spostano su gomma. La Torino-Lione intercetterebbe nuovi flussi e sposterebbe la domanda, che sceglie sempre la strada migliore”.

Sempre sulla Torino-Lione ha posto la questione della sicurezza: “Temo che tra dieci anni la linea ferroviaria storica sarà ridotta al lumicino, se non in disuso, e un tunnel con uscite di sicurezza solo ai due imbocchi non è affidabile, e già ora abbiamo un contingentamento del traffico”. Pertanto, “senza la nuova linea rischiamo in pochi anni di non avere più un collegamento alpino con la Francia e dovremmo chiudere relazioni che sono vive e scolpite nella storia. E non dimentichiamo che più persone hanno le possibilità per spostarsi, più si creano opportunità e sinergie tra i territori”.

In merito al Terzo valico, ha ribadito che “se non vengono finanziati il quinto e il sesto lotto, si alimentano incertezze su un’opera indispensabile per il Piemonte e la Liguria. Una manovra che lo blocchi negando un finanziamento da oltre un miliardo già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in luglio significa che nei prossimi messi alcune centinaia di persone perderanno il posto. La sfida alla quale stiamo lavorando è costruire in Piemonte una piattaforma logistica con perno sui porti liguri, che sia in grado di riequilibrare il rapporto che oggi pende a favore delle grandi piattaforme del Nord Europa. Non so se ce la faremo, ma dobbiamo giocarci questa carta. A questo proposito stiamo creando una struttura ad hoc dentro Finpiemonte per verificare l'interesse degli investitori privati. Fino a quando avrò l'onore di rappresentare il Piemonte, su questa sfida non demorderò”.

Sull’Asti-Cuneo ha espresso il timore che “il voler negoziare con il concessionario sia per il Governo un altro modo per allungare il brodo e un’altra presa in giro nei confronti dei cittadini”.

Le relazioni tecniche

Bruno Dalla Chiara, del Politecnico di Torino, ha messo in evidenza alcuni aspetti di carattere prettamente tecnico: “Tutti i sistemi competitivi della storia sono stati dotati di una buona rete di trasporti, un’offerta competitiva genera maggiore domanda di trasporto (ad esempio, i passeggeri della Parigi-Lione sono passati dai 7 milioni del 1989 ai 44 milioni di oggi, sulla Torino-Milano le coppie di treni sono aumentare da 7 a 49), treni merci più veloci consentono spostamenti più celeri e meno inquinanti, l’alternativa ferroviaria è vincente sotto il profilo energetico”. Le schede

Roberto Zucchetti, dell’Università Bocconi di Milano, ha dimostrato che non ci può essere sviluppo senza infrastrutture, in quanto l’Italia ha un’economia basata sul manifatturiero e sulla trasformazione delle materie prime in prodotti finiti che ha bisogno di trasporti efficienti per arrivare le prime e per esportare le seconde. Questo perché l’Italia non è un Paese autosufficiente, nemmeno nella produzione agroalimentare. Inoltre, costruire infrastrutture attiva l’economia in quanto mette in moto il sistema delle forniture e di chi in esse lavora”. Le schede

Gli altri interventi

Sono quindi intervenuti esponenti del mondo del lavoro e dell’impresa piemontese, come Vincenzo Ilotte, Ferruccio Dardanello, Fabio Ravanelli, Dario Gallina, Corrado Alberto, Giuseppe Provvisiero, Massimo Cogliandro, unitamente a Bernard Kunz, direttore di Hupac, società leader tra i gestori di rete nel traffico intermodale europeo, ed all’assessore ai Trasporti della Regione Liguria, Giacomo Raul Giampedrone, che si detto “sinceramente deluso perché l’inserimento dei fondi per il Terzo valico nel decreto su Genova avrebbe dato una prospettiva di ripartenza alla città e alla Liguria. Magari rimedieranno in altre sedi, ma è chiaro che questo sarebbe stato un segnale che non è arrivato. Noi lo avevamo chiesto al Governo sia come gesto politico, sia perché in termini economici avrebbe consentito di sbloccare alcuni passaggi che sono fermi. I soldi sono già stanziati, si trattava di anticiparne la disponibilità per affrontare alcune criticità” (la relazione).

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Author Gianni Gennaro Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.