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I nuovi spazi per una maggiore autonomia del Piemonte

Approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 6 novembre la deliberazione sui temi da portare al confronto con il Governo per la definizione di nuovi spazi di autonomia regionale sulla base dell’articolo 116 della Costituzione.

Otto le aree tematiche inserite: governo del territorio, beni paesaggistici e culturali; Protezione civile e infrastrutture; tutela e sicurezza del lavoro, istruzione tecnica e professionale, istruzione e formazione professionale e istruzione universitaria; politiche sanitarie; coordinamento della finanza pubblica e governance istituzionale; ambiente; fondi sanitari integrativi; rapporti internazionali e con l’Unione Europea.

“La deliberazione - ha affermato in chiusura di dibattito il presidente della Regione, Sergio Chiamparino - può segnare una ripresa di protagonismo del Piemonte a livello nazionale. Siamo partiti zavorrati dalla situazione iniziale di bilancio, ma abbiamo accelerato e recuperato il passo con il gruppetto di testa. La Regione fa un passo in avanti per accrescere la propria autonomia in una serie di ambiti cruciali: non una generica richiesta di maggiori poteri, ma la rivendicazione di strumenti necessari per una migliore gestione delle nostre specificità e potenzialità”.
Chiamparino si è soffermato su due aspetti: “La programmazione delle specializzazioni mediche, delle quali il territorio ha particolare bisogno, e la programmazione e gestione delle infrastrutture strategiche, per le quali poniamo esplicitamente il problema del coordinamento con altre Regioni, delineando così lo spazio politico e socio-economico della Macroregione del Nord-Ovest”.

Ad entrare nel dettaglio delle scelte effettuate è il vicepresidente Aldo Reschigna: “La richiesta di maggiore autonomia non è uno stare alla moda dei tempi, ma la consapevolezza forte e profonda che c’è bisogno di un nuovo equilibrio tra le Regioni e lo Stato, da realizzare partendo, per il Piemonte, dal proprio contesto economico, sociale e demografico, per individuare quali sono i fattori di sviluppo. Intendiamo giocare il confronto sull’autonomia del Piemonte sul piano della qualità delle rivendicazioni di competenza e di maggiori funzioni, piuttosto che sul piano della quantità. Ad esempio, una delle componenti forti del Piemonte è lo sviluppo turistico e il sistema dei beni culturali, che rappresenta un elemento di grande attrazione. Da questa considerazione oggettiva nasce la nostra richiesta di maggior autonomia nel settore per garantire strumenti in grado di poter governare, guidare e indirizzare il futuro. Lo stesso vale per le richieste sui temi dell’istruzione e della formazione, sempre più strumenti essenziali per poter governare il futuro. Alcune funzioni, potrei esemplificare quelle su infrastrutture e logistica, non le rivendichiamo come competenza esclusiva e singola di ogni Regione, ma in una dimensione e con lo strumento dell’intesa tra le Regioni - prosegue Reschigna - Non ci sono, oggi, confini amministrativi in grado di contenere l’insieme delle relazioni e le relazioni riguardano l’infrastrutturazione, la vita economica, la vita formativa. Il compito di chi governa queste realtà importanti all’interno del nostro Paese è anche quello di dotarsi di strumenti capaci di governare questi processi e queste trasformazioni”.

Reschigna evidenzia poi che “uno dei fari che ci ha guidato è la semplificazione, che per noi significa riunificazione di competenze. Oggi in materia ambientale abbiamo un pezzo consistente di competenze; un pezzo meno consistente, ma altrettanto importante, è a livello ministeriale e, a volte di grande inciampo: la duplicazione di intervento e di ruolo fa perdere tempo, non garantisce il risultato finale, ma allunga terribilmente l’iter procedurale degli atti e dei procedimenti che qualunque soggetto deve poter esplicitare. Lo stesso vale per i vincoli di spesa, ad esempio in sanità, un tema sentito da tutte le Regioni”.

Infine, i problemi posti dal progressivo invecchiamento della popolazione. “Essere, dopo Liguria e Trentino-Alto Adige, la terza regione per indice di vecchiaia più alto pone un problema - analizza il vicepresidente - Da un lato di scarsa attrazione, perché una regione vecchia rischia di non avere una spinta dinamica sul futuro, dall’altro apre un problema enorme, che sempre di più dovrà essere affrontato in termini anche preventivi, con nuovi strumenti di protezione sociale”.

L'illustrazione alla ministra Stefani

I contenuti della deliberazione sono stati illustrati da Chiamparino e Reschigna alla ministra agli Affari regionali, Erika Stefani, nel corso di un incontro che hanno avuto il 7 novembre a Roma.

“E’ stato un incontro positivo - hanno commentato al termine - che conferma la volontà reciproca di aprire al più presto un confronto per giungere alla definizione di nuovi spazi di autonomia per il Piemonte. Ci siamo impegnati a presentarle entro il mese di novembre le schede che definiscono, sulla base degli indirizzi fissati in delibera, le norme che li concretizzano. Contemporaneamente, individueremo i rappresentanti della Regione che comporranno la delegazione trattante. La ministra, su questa base, si è impegnata ad aprire il confronto nel mese di dicembre”.

Author Gianni Gennaro Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.