Regioni del Nord Italia e imprese alleate nel chiedere all'Unione Europea una maggiore considerazione verso le strategie macroregionali e promuovere al loro interno competitività e innovazione.
L'appello è arrivato da Monaco di Baviera, dove si svolto il primo Forum annuale della Macroregione alpina (Eusalp), che comprende 48 Regioni provenienti da 7 Stati. Tutte le italiane coinvolte (Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e le Province autonome di Trento e Bolzano) hanno firmato, insieme ad altre 6 europee, un documento in cui si chiede all’Ue d’includere maggiormente le strategie macroregionali all’interno del quadro normativo europeo dopo il 2020.
L'obiettivo è creare "sinergie più forti" non solo fra le Macroregioni e i fondi strutturali, ma anche con i programmi gestiti direttamente dalla Commissione, come Horizon 2020 e Life, e fornire risposte congiunte a sfide come la globalizzazione economica, il cambiamento demografico, la vulnerabilità ai cambiamenti climatici, lo sviluppo di politiche energetiche sostenibili e sicure attraverso il rafforzamento della collaborazione tra le zone montane, urbane e periferiche che circondano le Alpi. Il Forum di Monaco è stato anche l'occasione per le rappresentanze regionali italiane di Confindustria coinvolte in Eusalp per il proprio “Manifesto per la competitività e l'innovazione”, accolto con molto interesse da parte del mondo politico e industriale transalpino.
L'assessora alle Attività produttive Giuseppina De Santis, che a Monaco ha rappresentato il Piemonte, ha rilevato che “la Macroregione alpina deve diventare qualcosa di diverso rispetto a un grande progetto Interreg, ma non condizionarla al fatto che dal prossimo bilancio Ue escano risorse aggiuntive. Dobbiamo pensare a come usare meglio le finanze regionali e statali per costruire infrastrutture che siano canali di comunicazione fra le Regioni europee, e rispondere alle critiche mostrando risultati concreti". De Santis ha espresso la speranza che Eusalp possa essere un argine al processo di ricostruzione delle frontiere europee "che è in atto", ma anche ravvisato la possibilità che esista un pericolo inverso, cioè che le Macroregioni possano "diventare un pezzo della distruzione dell'Europa” se non si sviluppa una strategia che coinvolga anche gli Stati nazionali: "Non può essere una battaglia fra le Regioni e gli Stati, con il rischio che noi tutti si vada a infilarci in tante piccole Catalogne".